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Cos’è l’ematoma subdurale acuto che ha ucciso Akira Toriyama, il creatore di Dragon Ball: sintomi e cura

L’ematoma subdurale acuto è un accumulo di sangue che si verifica tra due meningi, in genere provocato da un serio trauma cranico. I sintomi compaiono pochi minuti od ore dopo l’incidente. È una condizione pericolosa per la vita. Il famoso mangaka Akira Toriyama, autore di Dragon Ball, è morto a causa di questa condizione medica.
A cura di Andrea Centini
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Akira Toriyama, tra i più celebri autori di manga al mondo, è deceduto il 1° marzo 2024 all'età di 68 anni a causa di un ematoma subdurale acuto, un tipo di ematoma (un accumulo di sangue) intracranico, cioè che si verifica all'interno della testa. Più precisamente, come evidenziato dalla Cleveland Clinic, si determina quando il sanguinamento avviene tra la dura madre e l'aracnoide, due delle tre meningi (la terza è la pia madre) che avvolgono e proteggono cervello e midollo spinale. Generalmente si verifica a seguito di un trauma cranico, ad esempio dopo una caduta o un incidente stradale. Tra i sintomi figurano forte mal di testa, vertigini, debolezza su un lato del corpo, confusione, nausea e altri. Trattandosi di un evento pericoloso per la vita è necessario l'intervento medico. Non è chiaro come il papà di Dragon Ball, Arale e altri manga di successo abbia sviluppato l'ematoma subdurale acuto, ma questa forma di sanguinamento si determina entro pochi minuti od ore dal trauma cranico, pertanto si presume che possa aver avuto un qualche tipo di incidente. Ecco cosa sappiamo su questa condizione medica.

Cos'è l'ematoma subdurale acuto

L'ematoma subdurale acuto è una lesione cerebrale traumatica (TBI) caratterizzata dall'accumulo di sangue tra le meningi dura madre (la più esterna) e l'aracnoide, quella intermedia. La più interna è la pia madre. Si tratta delle tre membrane che avvolgono e proteggono il cervello e il midollo spinale, sia meccanicamente che dall'intrusione di composti tossici. Viene definito acuto poiché, come indicato dagli Autorevoli Manuali MSD, i sintomi “si sviluppano nell’arco di pochi minuti o qualche ora dopo il trauma”.

Esistono infatti anche l'ematoma subdurale subacuto, i cui sintomi si manifestano “nel corso di diverse ore o giorni”, e quello cronico, nel quale “la sintomatologia si sviluppa gradualmente nell’arco di giorni, mesi o anni”. Quest'ultimo è più frequente in chi abusa di alcol, assume farmaci che fluidificano il sangue (come l'acido acetilsalicilico) e più in generale nei soggetti anziani. Gli anziani sono più esposti al rischio di ematoma subdurale anche perché il cervello si restringe con l'avanzare dell'età e si amplia lo spazio tra encefalo e volta cranica; le delicate vene delle membrane pertanto si allungano e possono lesionarsi più facilmente, anche a seguito di trauma cranico lieve. Nei bambini piccoli, come evidenzia la Cleveland Clinic, un ematoma subdurale può comparire quando vengono scossi con forza; si tratta dunque di uno dei possibili esiti della sindrome del bambino scosso.

Le cause dell'ematoma subdurale acuto

Come indicato, l'accumulo di sangue di un ematoma subdurale acuto si verifica pochi minuti od ore dopo il trauma che l'ha innescato. Spesso deriva da una lesione cranica provocata da una brutta caduta o un incidente in cui si batte forte la testa. Anche aggressioni fisiche possono portare a traumi cranici in grado di sfociare in un ematoma subdurale acuto. I Manuali MSD indicano che la condizione può svilupparsi “anche nei pazienti che presentano un ematoma cerebrale (contusione) o un ematoma epidurale”. L'ematoma epidurale è un sanguinamento che si verifica tra il cranio e la dura madre. La forma acuta è considerata la più pericolosa poiché, a causa dell'emorragia in corso, il rapido accumulo di sangue fa aumentare velocemente la pressione sul cervello e può portare a perdita di conoscenza, paralisi e morte. La Cleveland Clinic spiega che gli ematomi subdurali compaiono nel 25 percento dei pazienti che arrivano al pronto soccorso con una lesione alla testa. Tra i fattori di rischio vi sono il praticare sport di contatto, essere affetti da emofilia, assumere farmaci anticoagulanti e l'abuso di alcol.

I sintomi dell'ematoma subdurale acuto

I Manuali MSD evidenziano che tra i sintomi di un ematoma subdurale figurano “cefalea persistente, sonnolenza fluttuante, stato confusionale, alterazioni della memoria, paralisi del lato del corpo opposto all’ematoma, oltre a difficoltà nel linguaggio e nell’eloquio”, mentre altri sintomi sono legati alla “sede della lesione cerebrale”. La Cleveland Clinic aggiunge che il mal di testa persistente solitamente è grave nei casi di ematoma subdurale acuto, inoltre sottolinea che possono verificarsi anche problemi di equilibrio, difficoltà a camminare e alterazioni della vista. È interessante notare nei neonati l'accumulo di sangue può portare all'ingrossamento della testa, poiché nei piccoli “il cranio è molle e flessibile”, spiegano i Manuali MSD. Per questa ragione la pressione sul cervello aumenta meno che nelle fasce di età più grandi. Tale aumento della pressione, come indicato, può portare a convulsioni, paralisi, svenimento, problemi respiratori, coma e morte.

Diagnosi e cura un ematoma subdurale acuto

Quando un medico sospetta un ematoma subdurale acuto sottopone il paziente a scansioni cerebrali, come la tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica (MRI). Grazie ad esse è possibile verificare la presenza dell'accumulo di sangue, la posizione e l'entità. Dopo la diagnosi, come indicato dai Manuali MSD, per i piccoli ematomi subdurali spesso non serve alcun trattamento, ma solo monitoraggio, mentre per quelli grandi può essere necessario un intervento neurochirurgico per drenare il sangue. Si può intervenire con una craniotomia, durante la quale i medici rimuovono un pezzo del cranio (temporaneamente) per accedere all'ematoma, oppure si praticano uno o più fori dai quali si fa drenare il sangue. Il procedimento può durare anche più giorni. La sopravvivenza ai grandi ematomi subdurali acuti è del 50 percento circa, ma possono palesarsi danni cerebrali permanenti.

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