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Cos’è la sindrome dell’autoproduzione di birra: sintomi, cause scatenanti e cura

Esiste una rara malattia che fa ubriacare i pazienti senza il consumo di bevande alcoliche, a causa della produzione endogena (interna all’organismo) ed eccessiva di etanolo. Cosa sappiamo sulla sindrome dell’autoproduzione di birra o sindrome della fermentazione intestinale.
A cura di Andrea Centini
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La sindrome dell'autoproduzione di birra, conosciuta anche sindrome della fermentazione intestinale o malattia da ubriachezza, è una rara condizione medica nella quale avviene un'anomala produzione di alcol (etanolo) all'interno dell'organismo. Tale processo, legato alla fermentazione endogena da parte di batteri e soprattutto funghi come i lieviti, può innescare i medesimi sintomi di una sbornia seguita alla reale assunzione di alcol. L'aspetto più curioso risiede nel fatto che la sindrome determina un'intossicazione da alcol rilevabile da un etilometro, pertanto sono noti casi di automobilisti che, seppur astemi, sono andati incontro a sanzioni pecuniarie, ritiro della patente e altri provvedimenti in materia di guida in stato di ebbrezza. Ad aprile 2024 è balzato agli onori della cronaca internazionale il caso di un uomo belga di quaranta anni finito a processo dopo ripetute sanzioni per questa ragione. Dopo l'ultimo fermo da parte della polizia è venuto a conoscenza di essere affetto da sindrome dell'autoproduzione di birra, pertanto è stato definitivamente assolvere dai giudici. Ecco cosa sappiamo su questa rara condizione.

Cos'è la sindrome dell'autoproduzione di birra

Come specificato in un articolo pubblicato da scienziati del Centro medico dell'Università di Richmond (Stati Uniti), la sindrome dell'autoproduzione di birra è una rara condizione clinica nella quale chi ne soffre “si ubriaca senza l'uso di alcol esogeno”. In altri termini, va incontro agli effetti di una sbornia senza alzare il gomito. La malattia è conosciuta anche col nome alternativo di sindrome della fermentazione intestinale poiché è causata proprio dala fermentazione, un processo metabolico attraverso il quale gli organismi viventi traggono energia da molecole organiche senza la necessità di ossigeno. Nel caso specifico della sindrome, si verifica la crescita eccessiva di microrganismi che fermentano etanolo, il cui accumulo nel sangue innesca la condizione medica.

Le cause della sindrome

La sindrome dell'autoproduzione di birra, come indicato, è legata all'elevata presenza di batteri o funghi nell'organismo che fermentano l'alcol etilico (o etanolo). L'esplosione di questi microrganismi può essere scatenata da molteplici fattori. Fra quelli citati nello studio “Auto-Brewery Syndrome” pubblicato da scienziati dell'Ospedale dell'Università Stony Brooks figurano dieta ricca di carboidrati e zuccheri raffinati; uso eccessivo di farmaci antibiotici e non; sindrome dell'intestino corto; e Sindrome da Contaminazione Batterica del Tenue (SIBO). Il diabete di tipo 2, la cirrosi epatica e l'obesità possono essere associate a un aumento del rischio di diagnosi di sindrome della fermentazione intestinale, tuttavia la condizione può emergere anche in chi non presenta comorbilità. L'elemento in comune dei pazienti con la sindrome è l'alterazione del microbiota intestinale, i cui equilibri possono essere stravolti dalle condizioni sopraindicate e permettere la crescita esplosiva di batteri o funghi che fermentano acido lattico e altri composti producendo etanolo.

I lieviti fermentanti principalmente coinvolti nella sindrome sono Saccharomyces cerevisiae, Saccharomyces boulardii e quattro ceppi del genere Candida (Candida albicans, Candida glabrata, Candida parapsilosis e Candida kefyr). Tra i batteri coinvolti nei casi clinici noti vi sono Klebsiella pneumoniae, Citrobacter freundii e due enterococchi (Enterococcus faecium ed Enterococcus faecalis). Il consumo di pasti ricchi di carboidrati nelle persone che ospitano colonie significative di questi microorganismi catalizza la produzione di etanolo, il cui accumulo determina un'intossicazione analoga a quella di un sbornia. Non a caso la sintomatologia può essere molto simile.

I sintomi della sindrome dell'autoproduzione di birra

La produzione di quantità minime di etanolo endogeno da parte di microorganismi che si annidano nell'intestino è del tutto normale durante i processi digestivi. Tuttavia, quando il microbiota viene alterato e i batteri o funghi fermentanti – che possono trovarsi anche nella cavità orale e nel tratto urinario – diventano patogeni, la produzione eccessiva può portare a livelli estremi di alcol nel sangue, determinando intossicazione. I sintomi di un paziente affetto dalla sindrome possono essere simili a quelli di una vera ubriacatura. Fra essi figurano disorientamento, difficoltà a parlare, confusione mentale, andatura claudicante e inciampi, vertigini, stanchezza, nausea ed eruttazione. Tra gli altri segni della malattia vengono citati anche disturbi neurologici e cambiamenti dell'umore. Gli esperti sottolineano che la sindrome dell'autoproduzione di birra deve essere presa in seria considerazione in ogni paziente che presenta elevati livelli di alcol nel sangue e afferma di non aver bevuto bevande alcoliche.

Come si cura la sindrome della fermentazione intestinale

Acclarata la presenza di elevati livelli di etanolo nel flusso sanguigno non associati al consumo di alcol (attraverso un esame chiamato gascromatografia) e rilevata la colonizzazione di batteri e lieviti che fermentano il composto, i medici possono procedere alla cura dei pazienti con vari trattamenti. La terapia d'elezione è antibiotica / antifungina e mira a distruggere i microrganismi responsabili della produzione dell'alcol. Possono essere prescritti azoli, polieni, echinocandina e altri in base al tipo di microbo da combattere (alcuni possono essere multiresistenti). Tra i farmaci più impiegati contro i lieviti il fluconazolo e il micafungin, usati ad esempio nelle infezioni da Candida. Alla terapia antibiotica se ne aggiunge una dietetica, volta a ridurre sensibilmente gli alimenti che catalizzano la produzione dei alcol, come i già citati carboidrati e gli zuccheri raffinati. Possono essere somministrate anche varie tipologie di integratori, composti volti a ripristinare una flora batterica intestinale sana ed equilibrata.

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