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Cos’è il pesce scorpione, la pericolosa specie aliena avvistata nei mari della Calabria

Si tratta di una specie invasiva, originaria del Mar Rosso, tra le più pericolose al mondo: il veleno contenuto nelle spine delle sue pinne può essere letale.
A cura di Valeria Aiello
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Un pesce scorpione (Pterois miles). Credit: Wikipedia/Hatem Moushir
Un pesce scorpione (Pterois miles). Credit: Wikipedia/Hatem Moushir

Mediterraneo sempre più caldo e specie marine aliene sempre più diffuse: gli effetti del cambiamento climatico stanno favorendo l’espansione di pesci, meduse, crostacei e altre specie marine provenienti da ambienti esterni alla regione, tra cui il pericoloso pesce scorpione (Pterois miles), una specie invasiva originaria del Mar Rosso che, attraverso il Canale di Suez, da circa un trentennio ha raggiunto il bacino del Mediterraneo, popolando i settori più orientali. L’aumento delle temperature sta ora favorendo la sua diffusione verso ovest, fino alle coste italiane, dove due nuovi avvistamenti, registrati in Calabria, uno in località Le Castella (Crotone), e l’altro lungo le coste di Marina di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria), preoccupano gli esperti. Il pesce scorpione è un predatore, capace non solo di influire negativamente sulla biodiversità marina, ma anche di essere particolarmente pericoloso per l’uomo, in quanto il veleno contenuto nelle spine della sue pinne può essere letale.

In Italia, la specie è stata segnalata per la prima volta nel 2016, nei mari della Sicilia sud-orientale. Insieme al pesce palla maculato, il pesce coniglio scuro e il pesce coniglio striato, fa parte della campagna “Attenti a quei 4” patrocinata dai Ministeri dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, della Salute e dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto, con la collaborazione di ISPRA, CNR ed il progetto AlienFish.

Il pesce scorpione (P. miles) lungo le coste italiane

Il pesce scorpione (Pterois miles), conosciuto anche con i nomi di pesce fuoco diavolo o pesce leone comune, è una specie con pinne raggiate originaria dell’Oceano Indiano che si trova comunemente dal Mar Rosso al Sudafrica e all’Indonesia. Spesso confuso con il suo parente stretto, il pesce leone rosso (Pterois volitans), vive solitamente in aree con crepacci o lagune, spesso sulle pendici esterne di barriere coralline. Può crescere fino a 35 cm di lunghezza e il suo colore può variare dal rossastro al marrone chiaro o al grigio, con numerose sottili linee scure su corpo e testa.

Pterois miles Lionfish / Credit: E. Azzurro
Pterois miles Lionfish / Credit: E. Azzurro

Nel Mediterraneo, il pesce scorpione è stato segnalato per la prima volta nel 1991, al largo di Israele, e si è stabilizzato con abbondanti popolazioni nei bacini più orientali. Attualmente si sta espandendo verso ovest, favorito dall’aumento delle temperature. “In pochi anni, è riuscito a colonizzare in modo massiccio molte aree del Mediterraneo orientale, nella vicina Grecia è già facile osservarlo e purtroppo lo stesso scenario è quello che potremmo avere in un futuro prossimo in Italiaha spiegato Francesco Tiralongo, responsabile del progetto AlienFish e ricercatore all’Università di Catania -. Attualmente sono in corso azioni di eradicazione in alcune nazioni mediterranee, tuttavia, a quanto pare, poco efficaci. La situazione preoccupa, ma non occorre fare inutili allarmismi”

Il pesce scorpione catturato dai pescatori / Credit: Associazione Isola Ambiente Apnea
Il pesce scorpione catturato dai pescatori / Credit: Associazione Isola Ambiente Apnea

Gli ultimi avvistamenti lungo le coste italiane, segnalati a ISPRA, alla Capitaneria di Porto di Crotone e al progetto AlienFish dell’Ente Fauna Marina Mediterranea, coinvolti insieme al CNR-IRBIM nella campagna di allerta Attenti a quei 4!, sono stati registrati nel Mar Ionio, lungo le coste calabresi in provincia di Crotone, a Le Castella, e di Reggio Calabria, a Gioiosa Ionica. Nel primo caso, l’esemplare è stato catturato pochi giorni fa da pescatori professionisti, a una profondità di circa 24 metri, mentre il secondo esemplare è stato avvistato da un subacqueo austriaco, Wolfgang Poelzer, in data 25 giugno durante un’immersione ricreativa a una profondità di circa 12 metri. Al momento, non ci sono comunque conferme sulla presenza di una popolazione stabile nei mari italiani.

Il veleno del pesce scorpione può essere letale

Nonostante sia uno dei pesci tropicali più suggestivi e appariscenti, il pesce scorpione è una specie tra le più pericolose per l’uomo, in quanto le sue pinne presentano spine velenose, molto lunghe e sottili. La puntura di queste spine, che provoca un forte dolore persistente, è associato a vomito, convulsioni, paralisi minori e difficoltà respiratorie. I sintomi e le reazioni al veleno del pesce scorpione variano in gravità da persona a persona. Nei casi più gravi, la reazione al veleno può essere letale.

Il veleno del pesce scorpione, precisa l’ISPRA, si mantiene attivo dalle 24 alle 48 ore dopo la morte del pesce, per cui la pericolosità della specie resta elevata anche su esemplari morti da diverse ore. Particolare attenzione va dunque prestata anche nei mercati del pesce, dove questa specie può essere venduta, in quanto le sue carni sono commestibili e pregiate.

In caso di puntura, l’immediata assistenza medica di emergenza è fortemente raccomandata, anche per gli adulti sani.

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