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Cosa sono i “super maiali” e perché gli esperti parlano di minaccia difficile da fermare

Nati dall’incrocio di cinghiali con suini domestici, sono una razza ibrida che si è rapidamente diffusa in tutto il Canada, arrivando a preoccupare anche gli Stati Uniti.
A cura di Valeria Aiello
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Un esemplare di super maiale / Credit: Miguel Tremblay, Wikimedia.
Un esemplare di super maiale / Credit: Miguel Tremblay, Wikimedia.

Incredibilmente intelligenti, molto sfuggenti e in grado di sopravvivere a climi particolarmente freddi: gli esperti li chiamano “super maiali”, un tipo di suino che dal Canada si sta dirigendo verso i Paesi del nord degli Stati Uniti, dove potrebbero rappresentare una minaccia significativa per la fauna selvatica autoctona. Questi animali sono di una razza ibrida creata negli Anni 80 dall’uomo incrociando cinghiali con maiali domestici per avere esemplari più grandi e che davano più carne, ma che nel tempo sono sfuggiti agli allevamenti, diffondendosi rapidamente in tutto il Canada e arrivando ora a preoccupare anche gli States. Le grandi dimensioni (un “super maiale” supera i 300 kg) rendono questi animali in grado di resistere anche ai gelidi inverni del Canada occidentale, dove il vento può soffiare anche a -50 °C.

Il problema dei suini non è nuovo per il Canada, così come per gli Stati Uniti, che attualmente ospitano circa 6 milioni di maiali selvatici nonostante questi animali non siano originari della regione, ma furono introdotti nel XVI secolo. Secondo Fortune, i danni causati da questi animali ammontano a circa 2,5 miliardi di dollari l’anno ma, con l’arrivo di questi “super maiali”, questi costi potrebbero presto aumentare.

Ad alimentare nuove preoccupazioni è anche la loro capacità di sopravvivere in ambienti ghiacciati, che in passato hanno limitato la diffusione dei suini selvatici nei Stati più freddi. Ciò è dovuto al loro corredo genetico, che è un mix del DNA del maiale domestico e di quello del cinghiale, che ha dato origine a maiali di grossa taglia molto più resistenti e in grado di sopravvivere e riprodursi a temperature che ucciderebbero il bestiame. “All’epoca tutti gli esperti dissero: ‘Beh, non preoccuparti. Se un maiale selvatico o un cinghiale è mai scappato da una fattoria, non è possibile che sopravviva a un inverno del Canada occidentale. Morirebbe congelato – ha detto al Guardian il dottor Ryan Brook, che guida il progetto di ricerca sui maiali selvatici canadesi dell’Università del Saskatchewan – . Invece si scopre che essere grandi è un enorme vantaggio per sopravvivere al freddo”.

I super maiali sopravvivono a condizioni meteorologiche estreme scavando tunnel fino a 2 metri sotto la neve e creando grotte sotterranee. “Possono usare le loro zanne affilate per abbattere le tife [una pianta autoctona], e rivestire il fondo della caverna con le tife per formare uno strato isolante – ha spiegato il dottor Brook – . Sono così al caldo all’interno, che uno dei modi che usiamo per trovare questi maiali al mattino, quando fa davvero freddo, è il vapore che si vede uscire dalla neve”.

Visti i danni che hanno già causato in Canada – divorando raccolti, diffondendo malattie e minacciando flora e fauna nelle aree invase – scienziati e ricercatori hanno fatto diversi tentativi per fermare la loro diffusione, che non sono però stati risolutivi. “Magari fino al 2010-2012, c’era forse una ragionevole possibilità di trovarli e rimuoverli. Ma ora sono così diffusi e così numerosi che dal 2018-19 ho smesso di dire che l’eradicazione era possibile – ha aggiunto Brook – .  Sono radicati e sono qui per restare”.

I super maiali sono un problema per le specie autoctone, non sono perché rappresentano un competitor significativo per le risorse, ma anche per la loro abilità nel predare diverse specie, compresi polli e tacchini. Essendo suini selvatici, possono essere serbatori di malattie, che possono diffondersi ad altre specie selvatiche, come stiamo vedendo con l’epidemia di influenza aviaria. E maggiore è la diffusione dei patogeni tra gruppi selvatici, più sono le possibilità di compiere salti di specie e diffondersi agli esseri umani.

Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, i suini selvatici possono trasportare una litania di malattie che possono potenzialmente arrivare all’uomo, come la leptospirosi, la toxoplasmosi, la brucellosi, l’influenza suina, la salmonella, l’epatite, e possono diffondere nuovi agenti patogeni che non conosciamo. “I suini, in generale, sono considerati una specie di serbatoio misto, perché sono suscettibili ai virus umani, come i virus dell’influenza” ha affermato al National Geographic Vienna Brown, una biologa dello staff dell’USDA con il National Feral Swine Damage Management Program dell’agenzia. “E quando questi virus circolano nei maiali”, dice l’esperta, possono “creare un nuovo virus influenzale”.

Quindi direi che il nostro rischio in relazione ai suini è maggiore di quello per altre specie selvatiche più tradizionali, in parte a causa della loro natura gregaria, della nostra vicinanza a loro e anche soltanto per il loro grande numero”.

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