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Il mistero dei cerchi delle fate: cosa sono e come si formano

Nel cuore del deserto del Namib, in Namibia, distese di aride praterie presentano curiose formazioni circolari conosciute come cerchi delle fate. Ecco cosa sono e come si formano.
A cura di Andrea Centini
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Cerchi delle fate. Credit: Thorsten Becker
Cerchi delle fate. Credit: Thorsten Becker

Tra i misteri della natura più affascinanti si annoverano sicuramente i cosiddetti cerchi delle fate (fairy circle), misteriose formazioni circolari di terra brulla, sabbiosa e spoglia siti nel cuore di tappeti erbosi. Visti dall'alto si presentano come delle grandi chiazze su un manto uniforme, un po' come le macchie sulla pelliccia di un ghepardo. A stupire è la loro eccezionale regolarità geometrica, tanto da sembrare finte, una sorta di opera artificiale che trasforma il paesaggio in una fetta di emmental. Eppure sono formazioni del tutto naturali, tanto spettacolari quanto misteriose.

Cerchi delle fate. Credit: iStock
Cerchi delle fate. Credit: iStock

Dove si trovano i cerchi delle fate

Sino al 2014 i cerchi delle fate erano noti principalmente nell'Africa meridionale, più precisamente nel deserto del Namib in Namibia, dove sono visibili nelle aride praterie di  Stipagrostis che si estendono per circa 2.000 chilometri, abbracciate tra il confine dell'Angola (a Nord) e quello del Sud Africa (a Sud). Da quell'anno, tuttavia, formazioni del tutto analoghe sono state descritte dagli scienziati anche in un'arida regione dell'Australia Occidentale chiamata Pilbara. Per decenni si è provato a fornire una valida spiegazione per i cerchi delle fate, ma solo negli ultimissimi anni si è arrivati a un'interpretazione condivisa da buona parte degli esperti di botanica, sebbene ancora non del tutto conclusiva.

Cerchi delle fate. Credit: Stephan Getzin
Cerchi delle fate. Credit: Stephan Getzin

La teoria delle termiti

A lungo si è pensato che queste strutture circolari fossero provocate dalle termiti delle specie Baucaliotermes hainsei e Psammotermes allocerus, che avrebbero eliminato una parte della vegetazione al di sopra dei loro nidi e tunnel principalmente per ragioni di competizione. In pratica, in base a questa teoria elaborata a seguito della rivelazione degli insetti imenotteri nel sottosuolo grazie a immagini radar, le termiti rimuoverebbero le piante per evitare che queste ultime rubino la poca acqua a disposizione, una risorsa preziosissima da “non condividere”. Il recente studio “Plant water stress, not termite herbivory, causes Namibia’s fairy circles” pubblicato sulla rivista scientifica specializzata Perspectives in Plant Ecology, Evolution and Systematics ha tuttavia smentito l'affascinante teoria.

La ricerca, coordinata dal dottor Stephan Getzin, ricercatore presso il Dipartimento di modellistica degli ecosistemi dell'Università di Gottinga (Germania) e massimo esperto mondiale di cerchi delle fate, ha indagato sulla crescita del manto erboso tra il 2020 e il 2022, con il primo anno siccitoso e gli altri due caratterizzati da piogge. L'analisi delle radici delle piante morte al centro delle formazioni circolari non ha rilevato alcun segno delle termiti erbivore, ma un appassimento per mancanza di acqua. “Abbiamo un esempio in cui ha piovuto solo una volta, l'erba è cresciuta e poi, dopo otto o nove giorni, l'erba presente solo all'interno dei cerchi delle fate ha iniziato a morire”, ha affermato il dottor Getzin alla CNN. “Quando abbiamo analizzato attentamente queste erbe e ne abbiamo esaminato le radici, nessuna di queste aveva subito danni radicali causati dalle termiti, eppure sono morte. I nostri risultati affermano chiaramente che no, queste erbe muoiono senza le termiti”, ha chiosato il botanico. Dunque, cosa determina la formazione dei cerchi delle fate?

Cerchi delle fate. Credit: Olga Ernst e Hp.Baumeler
Cerchi delle fate. Credit: Olga Ernst e Hp.Baumeler

Come si formano i cerchi delle fate

In una precedente ricerca proprio il dottor Getzin aveva teorizzato che la formazione di questi cerchi derivasse dalla necessità delle piante di massimizzare l'assorbimento dell'acqua in un contesto così arido. A partire dal 2020 il suo team ha iniziato a installare una serie di sensori a una ventina di centimetri di profondità sia all'interno che all'esterno dei cerchi delle fate, per verificare come avveniva l'assorbimento dell'acqua. Hanno osservato che l'acqua all'interno dei cerchi si esauriva rapidamente anche senza piante a utilizzarla, mentre ai bordi la vegetazione cresceva robusta e rigogliosa. Tutte le piantine che provavano a crescere dopo la pioggia all'interno dei cerchi moriva proprio per stress idrico.

Getzin e colleghi hanno determinato che le radici delle piante marginali creano una sorta di vuoto attorno ad esse, che è in grado di "rubare" tutta l'acqua presente nella zona centrale. La disposizione a cerchio era quella che permetteva di ottenere il massimo dei benefici idrici, come spiegato dall'esperto alla CNN. “Un cerchio è la formazione geometrica più logica che si possa creare per una pianta che soffre di carenza d'acqua. Se questi cerchi fossero quadrati, o strutture basse e complesse, allora si avrebbero molte più erbe singole lungo la circonferenza. L'area proporzionale è inferiore rispetto a quella di una crescita circolare. Queste erbe finiscono in un cerchio perché questa è la struttura più logica per massimizzare l'acqua disponibile per ogni singola pianta”, ha sottolineato il botanico alla CNN.

Cerchio delle fate in Namibia. Credit: Thorsten Becker/Wikipedia
Cerchio delle fate in Namibia. Credit: Thorsten Becker/Wikipedia

Curiosamente, le radici delle piantine che provavano a emergere nelle zone centrali dei cerchi delle fate dopo lo pioggia risultavano molto allungate, come in un disperato tentativo di raggiungere l'acqua completamente depredata dalle piante ai margini. Gli scienziati ritengono che questa disposizione circolare delle piante sia un feedback eco-idrologico, nel quale si sacrificano gli esemplari al centro in favore delle piante all'esterno. È dunque l'accesissima competizione tra piante per una risorsa così preziosa come l'acqua a dar vita ai cerchi delle fate, non l'azione delle termiti.

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