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Composti organici più antichi del Sole scoperti sull’asteroide Ryugu

Analizzando i frammenti dell’asteroide Ryugu riportati sulla Terra scienziati giapponesi hanno scoperto la presenza di numerosi e antichissimi composti organici, più vecchi del Sole.
A cura di Andrea Centini
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Nel 2019 lo strumento Small Carry-on Impactor (SCI) installato sulla sonda giapponese Hayabusa 2 ha sparato un proiettile di rame da 2 chilogrammi e mezzo contro l'asteroide Ryugu, mentre viaggiava a milioni di chilometri dalla Terra. Questa missione spettacolare fu eseguita per raccogliere campioni dal “sasso spaziale” e riportarli sulla Terra, come effettivamente accaduto nel 2020 (la capsula atterrò in Australia). Da allora gli scienziati nipponici stanno studiando alacremente i composti del preziosissimo materiale recuperato, facendo scoperte molto significative. Due nuovi studi pubblicati sull'autorevole rivista Science hanno rilevato all'interno dell'asteroide molteplici composti, come molecole organiche più antiche del Sole.

A condurre gli studi due team indipendenti giapponesi guidati da scienziati del Dipartimento di Scienze della Terra e Planetarie dell'Università Kyushu e del Dipartimento di Scienze della Terra e dei Sistemi Planetari dell'Università di Hiroshima. Per analizzare i frammenti di Ryugu i ricercatori coordinati dai professori Hikaru Yabuta e Hiroshi Naraoka hanno condotto principalmente esami di spettrometria di massa e cromatografia liquida o gassosa. Nel primo studio sono stati identificati circa 20mila composti costituiti da numerosi elementi, tra i quali azoto, idrogeno, carbonio, ossigeno, zolfo e altri ancora. Individuati anche la metilammina e acidi carbossilici alla stregua dell'acido acetico.

Sono stati identificati anche quindici amminoacidi, i cosiddetti “mattoni della vita”, tra i quali acido α-amminobutirrico, glicina e alanina. Sebbene strettamente connessi a processi biologici, in questo caso si tratta di amminoacidi di origine abiotica, cioè senza il coinvolgimento di organismi viventi. La teoria della panspermia prevede tuttavia che asteroidi e comete ricchi di questi elementi, dopo aver bombardato la Terra, potrebbero aver innescato la miccia della vita nel brodo primordiale, miliardi di anni fa. Ecco perché queste scoperte sono estremamente significative, per comprendere meglio l'origine della vita e l'evoluzione del nostro sistema. I primi mattoni della vita su Ryugu erano stati già identificati nell'estate del 2022.

Nel secondo studio i ricercatori nipponici hanno indagato sulle macromolecole, rilevando composti aromatici e alifatici, chetoni e carbossili. “Le composizioni dei gruppi funzionali sono coerenti con quelle della materia organica insolubile (IOM) dei meteoriti condritici primitivi carboniosi CI (tipo Ivuna) e CM (tipo Mighei)”, hanno spiegato Yabuta e colleghi. Le loro analisi confermano che l'oggetto progenitore da cui si è staccato Ryugu è stato a contatto con l'acqua, che ha alterato le sostanze organiche. Particolarmente interessanti le analisti sui composti isotopici, condotte attraverso spettro-microscopie, microscopia elettronica e microscopia isotopica. Il rapporto tra il deuterio (un isotopo dell'idrogeno) e l'azoto-15 suggerisce che la materia organica presente nell'asteroide è più antica del Sole stesso. Proviene da una nube di particelle protosolare da cui ha avuto origine la nostra stella e da polvere di altre stelle più vecchie di 5 miliardi di anni.

In conclusione, gli studi suggeriscono che la materia organica presente sull'asteroide si sia formata durante e / o prima della nascita del Sistema solare e che nel corso di miliardi di anni ha subito delle trasformazioni a causa della presenza di acqua. I dettagli delle ricerche “Soluble organic molecules in samples of the carbonaceous asteroid (162173) Ryugu” e “Macromolecular organic matter in samples of the asteroid (162173) Ryugu” sono stati pubblicati sulla rivista Science.

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