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Come riconoscere un attacco di panico: quali sono i sintomi e cosa fare

L’attacco di panico si manifesta improvvisamente come un’intensa paura, con sintomi che possono includere palpitazioni, senso di soffocamento, sudorazione profusa, tremori e vertigini: riconoscere questi segnali è fondamentale per affrontare l’episodio, mantenendo la calma e concentrandosi sulla respirazione.
A cura di Valeria Aiello
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L’attacco di panico è un disturbo piuttosto comune, definito come “un’improvvisa ondata di paura intensa e disagio” che può presentarsi in risposta a una specifica situazione o insorgere senza alcuna apparente causa scatenante. Accompagnato da sintomi come palpitazioni, senso di soffocamento, sudorazione profusa, tremori e vertigini, l’attacco di panico si manifesta come una sensazione che genera spavento e che può portare a comportamenti impulsivi, come la fuga dalla situazione o dal luogo che si percepisce come minaccioso.

Sarebbe andata così nella tragica vicenda della 19enne serba Tijana Radonjic, la modella morta precipitando da oltre 50 metri nel mar Adriatico dopo essersi slacciata l’imbragatura del paracadute mentre faceva parasailing. Secondo alcuni testimoni, il suo gesto potrebbe essere stato innescato proprio da un attacco di panico, probabilmente per sfuggire alla circostanza temuta. Ciò ha portato molte persone a riflettere sugli attacchi di panico e i comportamenti che possono essere attuati durante la percezione del disagio: diversamente da quanto si tenda a pensare, alcuni comportamenti possono infatti essere legati non solo all’evitamento di certe situazioni ma anche all’allontanamento dalla situazione stessa.

Quali sono sintomi di un attacco di panico

I sintomi di un attacco di panico si manifestano improvvisamente come una sensazione di intensa paura o disagio, accompagnati generalmente da quattro o più segnali fisici, che includono:

  • palpitazioni o battito cardiaco accelerato
  • sudorazione
  • sensazione di mancanza di respiro o soffocamento
  • dolore o fastidio al petto
  • nausea o disturbi addominali
  • tremori o formicolio
  • sensazione di vertigini, stordimento o svenimento
  • brividi o vampate di calore
  • sensazione di irrealtà, estraniamento o distacco dalla realtà circostante
  • paura di morire o di perdere il controllo

Ad esempio, durante un attacco di panico può manifestarsi un dolore toracico per cui, chi sperimenta questo sintomo, può temere di avere un infarto o di essere sul punto di morire. Un lieve capogiro può essere invece vissuto come un imminente svenimento e può ad esempio indurre a una persona a chiedere aiuto oppure a mette in atto una serie di comportamenti allo scopo di limitare le conseguenze temute.

I sintomi dell’attacco di manico raggiungono solitamente un picco entro 10 minuti e scompaiono entro pochi minuti senza causare di per sé problemi per la salute. Tuttavia, quando ricorrenti, possono portare allo sviluppo del disturbo di panico, una condizione che può compromettere significativamente la qualità della vita per la paura di sperimentare nuovamente un attacco di panico.

Cosa fare in caso di attacco di panico

In caso di attacco di panico non bisogna farsi prendere dalla paura: occorre innanzitutto cercare di respirare lentamente e profondamente, mantenendo la calma. “Se si è in un luogo chiuso e/o affollato è consigliabile – se possibile – lasciarlo e prendere una boccata d’aria; anche fare due passi può essere di aiutoconsigliano gli specialisti.

Riconoscere correttamente i sintomi dell’attacco di panico rende queste prime operazioni molto più semplice. Al contrario, provare a far finta di nulla o sminuire l’attacco può rivelarsi controproducente, rischiando di peggiorare la situazione. Questo è particolarmente vero quando l’attacco di panico non è un episodio isolato.

In questi casi è importante rivolgersi a uno specialista che può consigliare la terapia cognitivo comportamentale, volta a migliorare il modo in cui si affronta il disturbo, attraverso cambiamenti cognitivi (imparando a modificare i pensieri disfunzionali), cambiamenti fisici (imparando a rilassarsi) e cambiamenti comportamentali (imparando a esporsi alle situazioni temute).

L’obiettivo di queste tecniche è acquisire consapevolezza delle sensazioni e della loro transitorietà. Nei casi più gravi, come quando gli attacchi sono frequenti e modificano il comportamento di una persona allo scopo di evitare attacchi futuri, può essere necessario il trattamento farmacologico, che può includere antidepressivi o farmaci ansiolitici.

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