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Come funziona il nuovo vaccino anticancro che stimola la risposta immunitaria contro i tumori

Il meccanismo d’azione è stato descritto da un team di ricerca guidato dall’italiana Luigia Pace in collaborazione con la società italo-svizzera Nouscom che ha sviluppato il vaccino.
A cura di Valeria Aiello
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Stimolare la risposta immunitaria contro le cellule tumorali, potenziando l’efficacia dei farmaci immuno-terapici e contrastando fenomeni come la resistenza al trattamento e la formazione di metastasi: sono queste le potenzialità del nuovo vaccino sviluppato dalla società italo-svizzera di immuno-oncologia Nouscom, che sta portando avanti la sperimentazione del nuovo NOUS-209, un vaccino terapeutico anticancro che sfrutta un adenovirus di gorilla come vettore virale di diversi tratti (antigeni) delle cellule tumorali contro cui indirizzare il sistema immunitario.

Il vaccino, che nella fase 1 di test sull’uomo ha dimostrato di essere sicuro, capace di indurre una forte risposta immunitaria e associato a una promettente efficacia clinica nel contrastare un sottotipo di tumore gastrointestinale (definito ad alta instabilità dei microsatelliti), è stato caratterizzato nel suo meccanismo d’azione da un team di ricerca guidato dalla dottoressa italiana Luigia Pace, direttrice del laboratorio di immunoregolazione Armenise-Harvard dell’Istituto Italiano per la Ricerca Genomica (IIGM) con sede presso l’IRCCS-FPO di Candiolo, Torino. In particolare, come descritto in un nuovo studio pubblicato su Science Translational Medicine, il vaccino ha mostrato di migliorare l’immunità antitumorale, promuovendo l’espansione e la diversificazione dei linfociti T CD8+ diretti contro i tumori.

Il meccanismo d’azione del nuovo vaccino anticancro

Per studiare il meccanismo d’azione di NOUS-209 e dunque spiegare come funziona il vaccino terapeutico anticancro, il team guidato dalla dott.ssa Pace ha utilizzato modelli murini di tumore del colon retto, dimostrando che la formulazione, quando somministrata in combinazione con il farmaco immuno-terapico pembrolizumab (un inibitore del checkpoint anti-PD-1), induce il sistema immunitario ad attivarsi contro gli antigeni codificati dal vaccino, ovvero quelle mutazioni espresse dalle cellule tumorali, che vengono così riconosciute ed eliminate.

La vaccinazione ha anche mostrato di promuovere una memoria nel sistema immunitario, che sarà dunque in grado di ricordare queste mutazioni e di riconoscere ed eliminarle le cellule tumorali anche a distanza di tempo, impendendo così che si formino metastasi. Ciò significa che il vaccino terapeutico potrà avere efficacia anche contro le recidive.

Queste osservazioni, spiegano gli studiosi in una nota, sono state confermate da risultati ottenuti nella fase 1 di sperimentazione del vaccino in 12 pazienti affetti da tumore gastrointestinale metastatico ad alta instabilità dei microsatelliti, che hanno mostrato risposte cliniche durature quando trattati con NOUS-209 in combinazione con l’immunoterapia anti-PD-1.

La somministrazione di questo tipo di vaccino contro il cancro, basato su vettori adenovirali che esprimono neoantigeni associati al tumore, è uno degli approcci più promettenti per aumentare l'immunità antitumorale dipendente dai linfociti T CD8+ – ha affermato la dott.ssa Pace – . In collaborazione con Nouscom, abbiamo scoperto i dettagli meccanicistici su come tali vaccini possono funzionare mediante l’espansione e la diversificazione delle cellule T CD8+ neoantigene-specifiche con uno staminale come il fenotipo, portando a migliori risposte terapeutiche”.

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