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Chi è Avi Loeb, lo scienziato che sostiene la natura artificiale di 3I/ATLAS

Abraham Avi Loeb, professore presso il Dipartimento di Astronomia dell’Università di Harvard, è lo scienziato più autorevole a sostenere che 3I/ATLAS possa essere un’astronave di una civiltà extraterrestre e non una cometa interstellare. Cosa sappiamo sulla sua carriera accademica e quando ha iniziato a interessarsi di “alieni”.
A cura di Andrea Centini
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Il professor Abraham Avi Loeb. Credit: Wikipedia
Il professor Abraham Avi Loeb. Credit: Wikipedia

Se su internet si discute molto di 3I/ATLAS, si può ammettere candidamente che non è solo per il fascino intrinseco e l'importanza di un oggetto interstellare in visita nel Sistema solare, ma soprattutto per le controverse e suggestive teorie proposte dal professor Abraham Avi Loeb, che trovano ampio spazio su giornali e social network. Lo scienziato, titolare della cattedra di Scienze a intitolata a “Frank B. Baird, Jr.” presso l'Università di Harvard, tra gli atenei più prestigiosi al mondo, sostiene infatti che il visitatore proveniente da un altro sistema stellare – scoperto il 1 luglio 2025 dal sistema ATLAS – potrebbe non essere una cometa naturale, bensì un oggetto artificiale e tecnologico, una grande astronave madre costruita da una civiltà extraterrestre.

Se questa ipotesi ardita – osteggiata da gran parte della comunità scientifica – trova risalto su forum, social e media tradizionali, la ragione non risiede soltanto nell'irresistibile attrazione che alieni e il mistero dello spazio profondo suscitano in tantissime persone, ma anche per il curriculum e l'autorevolezza di chi la sostiene. Avi Loeb, infatti, ha una carriera accademica di tutto rispetto; fra le altre cose, è stato anche il più longevo presidente del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Harvard, carica che ha ricoperto con successo dal 2011 al 2020.

Avi Loeb è nato il 26 febbraio 1962 a Beit Hanan in Israele, dove ha conseguito una laurea magistrale in Fisica e Matematica (1985) e un dottorato di ricerca in Fisica presso l’Università Ebraica di Gerusalemme (1986), dopo essere passato per un programma di ricerca delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) chiamato Talpiot. Durante i brillanti studi in Israele ha guidato anche un progetto internazionale dello Strategic Defense Initiative (SDI) degli Stati Uniti, lavorando sulla propulsione dei proiettili. Nel 1988 si è trasferito negli USA e ha iniziato a studiare astrofisica presso l'Institute for Advanced Study di Princeton; cinque anni dopo è entrato come professore associato al Dipartimento di Astronomia dell'Università di Harvard, dove nel 1996 ha ottenuto la cattedra (come indicato, ha presieduto il suddetto dipartimento tra il 2011 e il 2020).

Da quando ha assunto il ruolo nell'ateneo di Boston è entrato a far parte dell'elite scientifica degli Stati Uniti, ottenendo nomine prestigiose e guidando numerosi progetti di ricerca. Come si legge nella sua biografia sul portale dell'Università di Harvard, Avi Loeb è diventato “membro eletto dell'American Academy of Arts & Sciences, dell'American Physical Society e dell'International Academy of Astronautics”.  Ha fatto anche parte del “President's Council of Advisors on Science and Technology (PCAST) presso la Casa Bianca” ed è “ex presidente del Board on Physics and Astronomy delle National Academies”, inoltre ha presieduto la Breakthrough Starshot Initiative ed è stato direttore scientifico della Breakthrough Prize Foundation. Attualemnte dirige l'Istituto per la teoria e il calcolo presso l'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (dal 2007) e il Progetto Galileo (dal 2021), oltre a essere membro del Comitato Consultivo della piattaforma digitale “Einstein: Visualize the Impossible” lanciata dall'Università Ebraica. Insomma, non è certo l'ultimo arrivato.

Nel profilo ufficiale è indicato che il professor Avi Loeb ha pubblicato oltre mille articoli scientifici “con un indice h di 131 e un indice i10 di 6,14” dedicati a diversi argomenti astronomici e astrofisici, dai buchi neri alla formazione di stelle e galassie nell'Universo primordiale, fino alle ipotesi sulla vita extraterrestre – anche poco dopo il Big Bang – e sull'evoluzione del cosmo. Ad oggi lo scienziato ha pubblicato una decina di libri di divulgazione scientifica, tra i quali uno degli ultimi, “Extraterrestrial: The First Sign of Intelligent Life Beyond Earth”, è strettamente legato all'oggetto che ha cambiato la percezione della comunità scientifica nei suoi confronti, almeno in parte. In questo libro, infatti, lo scienziato israeliano naturalizzato statunitense discute la sua controversa ipotesi su 1I/'Oumuamua, il cosiddetto “sigaro spaziale”, il primo visitatore interstellare scoperto nel Sistema solare (nel 2017). Esattamente come per 3I/ATLAS, il terzo di questi oggetti a essere identificato, Avi Loeb ha sostenuto a lungo che non fosse naturale, producendo una grande molte di dati e articoli.

Questa passione viscerale per la vita extraterrestre si è riflessa anche nella creazione del Progetto Galileo, un’iniziativa scientifica internazionale lanciata con l'obiettivo di andare a caccia di firme tecnologiche extraterrestri di Civiltà Tecnologiche Extraterrestri (ETC). Il progetto si prefissa l'analisi sistematica e senza pregiudizio degli UAP (i fenomeni aerei non identificati, un tempo conosciuti come UFO) e della “caccia” a potenziali reperti con spedizioni ad hoc. Ha avuto ampia eco mediatica, ad esempio, la raccolta di decine di sfere metalliche nell'Oceano Pacifico, che secondo Loeb e colleghi potrebbero essere frammenti di un veicolo spaziale alieno, cercate sulla base dell'impatto dell'oggetto CNEOS 2014-01-08. Curiosamente si scoprì qualche tempo dopo che le coordinate della zona di recupero, basate sulle "vibrazioni" causate dall'esplosione dell'oggetto nel cielo, erano sbagliate; le vibrazioni erano infatti legate al transito di un camion, mentre il reale luogo d'impatto era spostato di circa 160 chilometri dalla zona di recupero. Questa storia, la pubblicazione (e la vendita) di libri a tema alieni e il fatto di promuovere i propri dati prima della revisione paritaria sono alcuni degli argomenti con cui i detrattori puntano il dico contro Avi Loeb, accusato di cercare solo fama e soldi. Lo scienziato, tuttavia, prosegue nella sua opera di divulgazione con mentalità aperta e visionaria, senza precludersi alcuna alternativa, anche le più ardite e controverse, come mostra il suo recente interessamento a 3I/ATLAS. Potete leggere i suoi articoli sul blog Medium, che aggiorna costantemente.

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