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Centinaia di buchi neri appena scoperti erano nascosti da gas e polveri cosmiche

Si trovano in galassie che si riteneva non ospitassero quasar, oggetti estremamente luminosi con buchi neri in rapida crescita.
A cura di Valeria Aiello
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Rappresentazione artistica di un buco nero / Credit: Aurore Simmonet, Goddard Space Flight Center della NASA
Rappresentazione artistica di un buco nero / Credit: Aurore Simmonet, Goddard Space Flight Center della NASA

Un numero enorme di buchi neri, che distano dai 550 milioni ai 7,8 miliardi di anni luce dalla Terra, è stato appena scoperto da un team di ricerca guidato dagli studiosi del Center for Astrophysics Harvard & Smithsonian di Cambridge, negli Stati Uniti, che grazie ai dati del Chandra Source Catalog – un archivio pubblico che include centinaia di migliaia di sorgenti di raggi X rilevate dall’osservatorio nei suoi primi 15 anni a partire dal 1999 – e i dati ottici dell’indagine spettroscopica Sloan Digital Sky Survey (SDSS) che utilizza un telescopio ottico dell’osservatorio di Apache Point, nel New Mexico, sono riusciti ad identificare centinaia di buchi neri in galassie che in precedenza si riteneva non ospitassero quasar, un tipo di nucleo galattico attivo estremamente luminoso, in cui gas e polveri cadono all’interno di un buco nero supermassiccio, emettendo radiazioni elettromagnetiche.

La scoperta, che fornisce un censimento più accurato dei buchi neri presenti nell’universo, è stata presentata in occasione dell’incontro del 241esimo incontro dell’American Astronomical Society a Seattle dall’astrofisico Dong-Woo Kim del Center for Astrophysics Harvard & Smithsonian, che ha condotto lo studio. “La nostra ricerca ha scoperto una popolazione nascosta di buchi neri e ci aiuta a capire come si comportano”.

Immagini a raggi X (a sinistra) di Chandra e immagini ottiche di SDSS J011522.18+001518.5 e SDSS J155627.74+241758.9 / Credit: raggi X: NASA/CXC/SAO/D. Kim et al.; Ottico/IR: Legacy Surveys/D. Lang (Perimeter Institute)
Immagini a raggi X (a sinistra) di Chandra e immagini ottiche di SDSS J011522.18+001518.5 e SDSS J155627.74+241758.9 / Credit: raggi X: NASA/CXC/SAO/D. Kim et al.; Ottico/IR: Legacy Surveys/D. Lang (Perimeter Institute)

Scoperti circa 400 nuovi buchi neri

I buchi neri identificati dagli studiosi sono tutti di tipo supermassiccio, o supermassivo, avendo una massa di milioni o addirittura miliardi di volte quella del Sole. “Gli astronomi hanno già identificato una grande quantità di buchi neri, ma molti altri sono nascosti” ha precisato Dong-Woo Kim, precisando che da circa 40 anni è noto che alcune galassie che appaiono normali alle osservazioni fatte con i telescopi ottici, brillano intensamente ai raggi X. Questi oggetti sono denominati “galassie otticamente normali e luminose ai raggi X” o “XBONG”.

Mettendo a confronto i dati del Chandra Source Catalog e con i dati ottici della SDSS, i ricercatori hanno individuato 817 candidati XBONG, oltre dieci volte il numero noto prima che Chandra entrasse in funzione, di cui circa la metà ospita buchi neri supermassicci non identificati in precedenza, nascosti da gas e polveri cosmiche. Questi risultati dimostrano quanto sia fondamentale confrontare i dati ottici con quelli a raggi X” ha commentato Amanda Malnati Smith College di Northampton, nel Massachusetts, tra gli autori dello studio – . Il catalogo raccolto da Chandra è un tesoro in continua crescita, che sarà fonte di molte scoperte negli anni a venire”.

La natura degli altri oggetti resta invece da confermare: alcuni potrebbero essere galassie in ammassi mai scoperti, mentre i restanti potrebbero nascondere altri buchi neri supermassicci, situati in galassie dove i segnali ottici si confondono con la luce intensa delle stelle.

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