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Tempesta solare nel weekend: buco sul Sole a forma di embrione scaglia particelle verso la Terra

La NOAA prevede una tempesta solare nel weekend tra il 12 e il 13 luglio. A innescare il fenomeno in arrivo un flusso di vento solare scagliato da un buco coronale dalla forma curiosa, simile a quella di un embrione.
A cura di Andrea Centini
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Il curioso buco coronale che sembra un embrione adagiato sul dorso. Credit: NASA/SDO
Il curioso buco coronale che sembra un embrione adagiato sul dorso. Credit: NASA/SDO

Nel weekend tra il 12 e 13 luglio è attesa una tempesta geomagnetica, come indicato nell'ultimo bollettino dello Space Weather Prediction Center della NOAA. La ragione è un flusso di vento solare scagliato in direzione della Terra da un grande buco coronale presente nella zona centrale e meridionale del Sole. Come evidenziato dalle immagini catturate dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA, la struttura presenta una zona più ampia in in basso e una sorta di coda stretta verso l'alto, apparendo come una sorta di embrione adagiato sul dorso.

Fortunatamente la tempesta solare attesa per questo weekend non risulta particolarmente violenta, dato che parliamo di una classe G1 (minore) su una scala di cinque. Ciò, tuttavia, non significa che sia del tutto innocua, in particolar modo se dovesse durare a lungo. Come spiegato dalla NOAA, l'agenzia federale statunitense deputata allo studio di oceani, atmosfera e meteo spaziale, possono infatti verificarsi fluttuazioni nelle reti elettriche e problemi alle operazioni satellitari, sebbene limitati. Sono possibili anche alterazioni nel comportamento degli animali che sfruttano la magnetoricezione per migrare e orientarsi; alcuni studi hanno trovato forti associazioni tra le tempeste geomagnetiche e gli spiaggiamenti di alcuni cetacei, come zifidi e globicefali. In casi rarissimi ed estremi le tempeste solari più potenti (G5) possono avere effetti catastrofici sul nostro pianeta.

Un “effetto collaterale” delle tempeste geomagnetiche è la comparsa delle aurore polari e di fenomeni affini – come i SAR – a latitudini più basse. In questo caso non è previsto alcun evento luminoso sull'Italia. L'indice kP atteso, ovvero la misura dell'attività magnetica, è infatti troppo basso per far manifestare il fenomeno nei cieli del nostro Paese, ma un bellissimo spettacolo sarà possibile in quelli della Scandinavia e altre regioni del Nord Europa.

Le cause delle tempeste solari

Le tempeste solari vengono innescate da flussi di particelle cariche elettricamente e campi magnetici, che prendono il nome di vento solare. Più è veloce, intenso ed “esplosivo” il vento solare, più forti sono le tempeste geomagnetiche. I fenomeni principali a scatenarle sono le espulsioni di massa coronale (CME) legate a brillamenti o eruzioni solari e i buchi coronali. Questi ultimi non sono veri e propri buchi, ma regioni dell'atmosfera solare in cui il plasma è più freddo e meno denso. Proprio per questo appaiono scure nelle immagini catturate ai raggi X o nell'ultravioletto (un po' come le macchie solari). Come spiegato a Fanpage.it dalla dottoressa Valentina Penza del Gruppo Solare dell'Università di Roma Tor Vergata, i buchi coronali sono regioni in cui il campo magnetico della stella risulta aperto, per questo il plasma fluisce liberamente nello spazio.

Quando questo flusso di particelle cariche elettricamente (ionizzate) e campi magnetici è indirizzato verso la Terra, come nel caso di quello scagliato dal curioso buco coronale a forma di embrione, possono innescarsi le tempeste solari. Tutto, come indicato, dipende dalle caratteristiche di questo flusso, che interagisce con il campo magnetico terrestre (magnetosfera).

Gli archi aurorali delle aurore polari (boreali nell'emisfero nord e australi in quello sud) sono determinati proprio dalle linee del campo magnetico, sul quale danzano gli atomi dell'alta atmosfera – la ionosfera – eccitati dal plasma in arrivo. Gli elementi coinvolti e le dinamiche di interazione danno vita agli spettacolari e colorati tendaggi fluttuanti.

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