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Batteri appena scoperti in una grotta africana possono risolvere l’intolleranza al glutine

Trovati in Algeria, in alcune grotte sotterranee precedentemente inesplorate, possono scomporre il glutine e sono anche in grado di tollerare le condizioni estreme dell’apparato digerente.
A cura di Valeria Aiello
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A centinaia di metri di profondità, in alcune grotte sotterranee dell’Algeria precedentemente inesplorate, un team di ricerca internazionale ha scoperto nuovi tipi di batteri, strettamente correlati al genere Bacillus, che hanno dimostrato un carattere non patogeno e una serie di potenzialità che, secondo gli studiosi, potrebbero avere un impatto significativo nel risolvere il problema dell’intolleranza al glutine. Questo disturbo, che si manifesta con una serie di sintomi (i più comuni sono gonfiore e dolore addominale, meteorismo, diarrea o stitichezza, mal di testa e stanchezza) si scatena dopo avere mangiato alimenti che contengono glutine, che è la principale proteina di riserva del grano, della segale e dell’orzo. I nuovi batteri trovati nelle grotte algerine hanno mostrato di poter scomporre il glutine, dunque di degradare la proteina responsabile dell’intolleranza, oltre ad essere in grado di sopportare le condizioni estreme che si trovano nel nostro apparato digerente.

Le potenzialità dei nuovi batteri, descritte in un articolo pubblicato sulla rivista Microbiology Spectrum, sono “un altro esempio delle entusiasmanti capacità dei microrganismi” ha commentato Natuschka Lee, ricercatrice presso il Dipartimento di Ecologia e Scienze Ambientali dell’Università svedese di Umeå e co-autrice dello studio. “Nonostante l'intensa ricerca, finora siamo riusciti a mappare solo una piccola parte di tutti i microrganismi presenti sul nostro pianeta”.

Le stime indicano infatti che i microbi terrestri sono più di un trilione (un miliardo di miliardi) di specie diverse, di cui ne abbiamo identificati solo una piccola frazione. Ciò è in parte dovuto al fatto che almeno il 30 percento vive in profondità nel sottosuolo, dove non sempre gli esseri umani possono spingersi, in condizioni completamente diverse rispetto a quelle della superficie, ad esempio senza luce solare. Nell’ultimo decennio, tuttavia, la loro ricerca sta ricevendo ampio interesse, anche in relazione all’esplorazione spaziale, in quanto diversi pianeti, come Marte, sono particolarmente ricchi di cavità sotterranee.

Ad ogni modo, la scoperta di nuovi microrganismi nelle grotte sotterranee dell’Algeria apre una straordinaria prospettiva per le persone con intolleranze alimentari. “Questi nuovi ceppi e i loro enzimi possono servire come candidati utili alla ricerca futura nella trasformazione degli alimenti e nel ridurre l’effetto della digestione del glutine in pazienti intolleranti – ha aggiunto Lee – . Possono degradare questo composto, che può causare reazioni infiammatorie nell’intestino di molte persone, e sono anche in grado di sopportare le condizioni estreme che si trovano nel nostro sistema digestivo”.

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