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Bambina di 11 anni scopre il fossile di un rettile marino enorme, il più grande noto alla scienza

Durante una passeggiata su una spiaggia con suo padre, la giovanissima Ruby Reynolds ha scoperto le ossa di un ittiosauro con una lunghezza stimata di almeno 25 metri. È il rettile marino più grande mai vissuto sulla Terra, perlomeno tra quelli noti ai paleontologi.
A cura di Andrea Centini
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Da sinistra a destra, Dr Dean Lomax, Ruby Reynolds, Justin Reynolds e Paul de la Salle. Credit: Dr Dean Lomax
Da sinistra a destra, Dr Dean Lomax, Ruby Reynolds, Justin Reynolds e Paul de la Salle. Credit: Dr Dean Lomax

Una bambina di 11 anni ha scoperto i resti fossili di un rettile marino gigantesco, il più grande noto ad oggi alla scienza. Si tratta di un ittiosauro che i paleontologi hanno deciso di chiamare Ichthyotitan severnensis, nome scientifico che sta a significare “lucertola pesce gigante del Severn”. Secondo le stime degli esperti questo rettile era lungo “almeno 25 metri”, ovvero quanto una balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), il più grande animale mai vissuto sulla Terra con i suoi oltre 33 metri di lunghezza massima. Dalle analisi dei fossili, una serie di frammenti ossei della mascella, l'esemplare era ancora in crescita. Gli ittiosauri sono rettili marini vissuti durante il Mesozoico, assieme ai dinosauri; la famiglia cui apparteneva Ichthyotitan severnensis, chiamata Shastasauridae, si estinse alla fine del Triassico a seguito di un grande evento di estinzione di massa.

I resti dell'ittiosauro furono trovati nel maggio del 2020 da Ruby Reynolds – all'epoca undicenne – e da suo padre Justin, mentre erano a caccia di fossili sulla spiaggia di Blue Anchor nel Somerset, una contea nell'Inghilterra sudoccidentale. I due, molto appassionati, si accorsero immediatamente che si trattava di qualcosa di speciale, così contattarono uno dei massimi esperti di ittiosauri nel Regno Unito, il dottor Dean Lomax, paleontologo presso l'Università di Bristol. Al trio si aggiunsero anche altri ricercatori per cercare ulteriori resti dell'animale. Fra essi anche il dottor Paul de la Salle, uno specialista del Museo della vita marina giurassica del Dorset che nel 2016 aveva trovato qualcosa di molto simile, un'altra mascella appartenuta a un ittiosauro gigantesco. I suoi reperti erano tuttavia deteriorati e decise di lasciarli “in un cassetto” a seguito della descrizione scientifica, evitando di avanzare proposte di nuove specie. Confrontandoli con quelli scoperti da Ruby e da suo padre gli studiosi sono giunti alla conclusione che fossero parti della mascella di un esemplare appartenente alla stessa specie di quello scoperto Blue Anchor.

Illustrazione di un ittiosauro spiaggiao della specie Ichthyotitan severnensis. Credit: Sergey Krasovskiy
Illustrazione di un ittiosauro spiaggiao della specie Ichthyotitan severnensis. Credit: Sergey Krasovskiy

“Pensare che la mia scoperta nel 2016 susciti così tanto interesse verso queste enormi creature mi riempie di gioia. Quando ho trovato la prima mascella, sapevo che era qualcosa di speciale. Avere un secondo che conferma le nostre scoperte è incredibile. Sono felicissimo”, ha dichiarato il dottor de La Salle in un comunicato stampa. “Questa ricerca è in corso da quasi otto anni. È davvero straordinario pensare che giganteschi ittiosauri, grandi quanto una balenottera azzurra, nuotassero negli oceani intorno a quello che era il Regno Unito durante il periodo Triassico. Queste mascelle forniscono prove allettanti che forse un giorno potrebbe essere trovato un cranio o uno scheletro completo di uno di questi giganti. Non si sa mai”, gli ha fatto eco con entusiasmo il dottor Lomax. Chiaramente anche la giovane Ruby è entusiasta per aver partecipato a una scoperta paleontologica così importante e prestigiosa: “È stato fantastico scoprire parte di questo gigantesco ittiosauro. Sono molto orgogliosa di aver avuto un ruolo in una scoperta scientifica come questa”.

Le ossa surangolari dei due esemplari di ittiosauro. Credit: Dr Dean Lomax
Le ossa surangolari dei due esemplari di ittiosauro. Credit: Dr Dean Lomax

Gli ittiosauri sono un classico esempio di convergenza evolutiva, essendo rettili che hanno evoluto una morfologia idrodinamica come quella di pesci e cetacei (mammiferi marini). Guardando uno scheletro gli ittiosauri presentano infatti diverse caratteristiche in comune con gli altri gruppi tassonomici, in particolar modo con i delfini. Questi magnifici rettili si estinsero nel Cretaceo superiore, prima della caduta dell'asteroide chicxulub che determinò l'estinzione dei dinosauri non aviani 66 milioni di anni fa. Come indicato, tuttavia, la famiglia di ittiosauri giganti cui apparteneva Ichthyotitan severnensis scomparve ancora prima, alla fine de Triassico (il primo periodo dell'era Mesozoica, seguito da Giurassico e Cretaceo). La datazione delle ossa – chiamate surangolari – suggerisce che l'esemplare trovato da Ruby nuotasse nelle acque attorno a quello che oggi è il Regno Unito ben 202 milioni di anni fa. La speranza degli esperti è di trovare un cranio o magari un fossile completo di queste meravigliose creature estinte. I dettagli della ricerca “The last giants: New evidence for giant Late Triassic (Rhaetian) ichthyosaurs from the UK” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PloS ONE.

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