Anomalie al cervello e motorie nei bambini esposti a questo pesticida: l’allarme degli esperti

L'esposizione prenatale al pesticida clorpirifos (CPF) è associato a significative anomalie strutturali e metaboliche nel cervello, così come a ridotte prestazioni motorie. È quanto emerso da un nuovo studio pubblicato sull'autorevole rivista scientifica JAMA Neurology, che ha coinvolto in appositi test bambini e ragazzini di cui si conoscevano i livelli di esposizione alla sostanza chimica alla nascita. Più alte erano le concentrazioni di clorpirifos rilevate nel cordone ombelicale, peggiori risultavano i disturbi neurologici e nei movimenti.
Diverse ricerche avevano già evidenziato l'impatto neurologico di questo insetticida organofosforico ad ampio spettro, utilizzato da moltissimi anni in agricoltura. Ad esempio, la ricerca “Brain anomalies in children exposed prenatally to a common organophosphate pesticide” pubblicata nel 2012 e condotta da scienziati del Columbia Center for Children’s Environmental Health, aveva evidenziato che l'esposizione al pesticida è associata a deficit neurocomportamentali e ad anomalie nel tessuto cerebrale, come l'ingrandimento bilaterale del giro temporale superiore, del giro frontale superiore, del cuneo e di altre strutture dell'encefalo. Non c'è da stupirsi che l'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente (EPA) abbia vietato l'esposizione residenziale al clorpirifos nel 2001 e che l'Unione Europa lo abbia totalmente bandito nel 2020. Tuttavia, viene largamente impiegato ancora oggi in agricoltura in molti Paesi, per uccidere in particolar modo larve di lepidotteri, cocciniglie e acari (ma con effetti su moltissimi insetti). Ciò espone i lavoratori, le donne incinte e i bambini a rischi significativi per la salute.
A determinare l'impatto neurologico e motorio del clorpirifos è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati dell'Ospedale pediatrico di Los Angeles e della Scuola di Sanità Pubblica Mailman dell'Università Columbia, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di diversi istituti: fra quelli coinvolti il Dipartimento di Psichiatria dell'Università della California del Sud, il Columbia Presbyterian Medical Center, il Dipartimento di Scienze della Salute Ambientale e del Lavoro dell'Università Statale di New York (SUNY) e altri. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Virginia Rauh, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i casi di 270 bambini di cui erano a conoscenza dei livelli di clorpirifos nel cordone ombelicale, che riflettevano un'esposizione più o meno significativa durante la gravidanza delle madri. Tra i 6 e i 14 anni sono stati sottoposti a risonanze magnetiche e test motori per verificare le associazioni con l'esposizione al pesticida.
I ricercatori hanno osservato alterazioni nella struttura cerebrale e nelle prestazioni motorie dei piccoli, che peggioravano nei casi di maggiore esposizione. Più nello specifico, la professoressa Rauh e colleghi hanno rilevato ispessimento delle cortecce frontali, temporali e posteroinferiori, riduzione della sostanza bianca nelle stesse regioni cerebrali, flusso sanguigno ridotto al cervello, ridotta densità neuronale e prestazioni più scarse nei test di velocità e programmazione motoria. In altri termini, l'elevata esposizione a questo composto chimico era associata ad anomalie significative nella struttura, nella funzione e nel metabolismo del cervello, che si riflettevano anche in una ridotta capacità nei movimenti. Tutto questo suggerisce un impatto neurologico importante del pesticida, pur essendo doveroso sottolineare che si è trattato di uno studio di associazione, che non fa emergere rapporti di causa-effetto, ma solo significative correlazioni. Vanno tenuti presenti anche i limiti dello studio, come non aver rilevato l'impatto di altri pesticidi e l'esposizione post-natale.
Gli scienziati sono tuttavia preoccupati anche dall'impatto di pesticidi con composizione chimica simile al clorpirifos, che potrebbero avere effetti analoghi. “I disturbi del tessuto cerebrale e del metabolismo che abbiamo osservato con l'esposizione prenatale a questo pesticida erano notevolmente diffusi in tutto il cervello. Altri pesticidi organofosforici probabilmente producono effetti simili, il che giustifica la cautela nel ridurre al minimo l'esposizione in gravidanza, nell'infanzia e nella prima infanzia, quando lo sviluppo cerebrale è rapido e particolarmente vulnerabile a queste sostanze chimiche tossiche”, ha affermato in un comunicato stampa il professor Bradley Peterson dell'Università della California Meridionale. I dettagli della ricerca “Brain Abnormalities in Children Exposed Prenatally to the Pesticide Chlorpyrifos” sono stati pubblicati su JAMA Neurology.