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Ancora siccità al Nord Italia, grandi laghi ai minimi storici

Lo rileva l’osservatorio Anbi risorse idriche che registra percentuali di riempimento nettamente inferiori a quelle dello scorso anno.
A cura di Valeria Aiello
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“Tutti i grandi laghi del Nord sono prossimi ai livelli minimi, quando l'anno scorso segnavano percentuali di riempimento pari almeno al 60% (oggi il lago d’Iseo è al 6,4%, il Lario è al 10,6%, il Maggiore è al 20%, il Benaco al 22,1%)”. È questo, in sintesi, il preoccupante scenario che emerge dai dati dell’osservatorio sulle risorse idriche dell’Anbi, l’Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue, che registra ancora siccità su larga parte d’Italia, mentre cresce il rischio di alluvioni”. Particolarmente critica la situazione delle regioni di Nord-orientali, come in Piemonte dove, ad una timida ripresa della Stura di Lanzo si contrappone la persistente “asciutta” di corsi d’acqua temuti per il regime torrentizio ad alto rischio, come il Bormida e l’Orba; nella confinante Valle d’Aosta, dove le precipitazioni settembrine sono state inferiori alla media, si sono dimezzate le portate della Dora Baltea.

Molti degli alvei oggi in secca sono stati, nel recente passato, protagonisti di disastrose esondazioni – ricorda Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – . I Consorzi di bonifica monitorano il territorio di competenza, ma va sollecitata l’attenzione anche delle comunità locali, perché un territorio arido è uno straordinario acceleratore della velocità delle acque di pioggia, le cui previsioni hanno dimostrato di non poterne determinare con precisione né la quantità, né le modalità”.

Anomalie decisamente  marcate anche in Lombardia, dove il fiume Adda “permane in sofferenza, nonostante il ‘sacrificio’ del lago di Como, sta rilasciando una portata quasi doppia di quella in entrata, immolandosi ad un crescente deficit che, in assenza di piogge, ne fa facilmente presagire l’insostenibilità” rileva l’Associazione. Ad essere dimezzate sono anche le riserve idriche della Lombardia, con i bacini montani che contengono circa il 30% dell’acqua che, normalmente, avrebbero in questo periodo dell’anno.

La siccità non risparmia neanche i fiumi del Veneto, come il Livenza (attualmente di 1,80 metri sotto quanto registrato l’anno scorso). In gran parte del trevigiano, nella fascia occidentale della provincia di Venezia, nella parte settentrionale del padovano ed in alcune zone del medio-basso polesine, l’ARPAV indica una condizione di siccità estrema.

Sotto i minimi storici anche il fiume Po. “Al rilevamento di Pontelagoscuro si sfiora ancora la soglia limite per contrastare l’intrusione salina, registrando una portata inferiore di quasi il 75% a quella registrata lo scorso e addirittura di meno l’87% sul 2020 – precisa l’Anbi – . Per i fiumi appenninici dell’Emilia Romagna, l’estate non sembra finire con portate ferme ai valori tipici dei periodi più siccitosi (Reno, 1,49 mc/s contro una media mensile di 8,4 mc/s;  Secchia, 2,49 mc/s contro 8,54 mc/s; Enza, 0,87 mc/s contro 6,89 mc/s della media mensile) con il livello del Trebbia che ristagna attorno ai 35 centimetri”. Cali generalizzati si registrano anche nelle portate dei fiumi toscani.

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