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Anche gli uccelli monogami “divorziano” e ora sappiamo perché

Un team di ricerca cinese ha svelato le ragioni che spingono le coppie di uccelli a separarsi, dopo aver analizzato i tassi di divorzio in circa 200 specie.
A cura di Andrea Centini
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Gli uccelli sono spesso presentati come simbolo della fedeltà e dell'amore eterno, dato che molte specie sono squisitamente monogame. Proverbiale è il caso degli albatri; la stragrande maggioranza delle coppie di questi grandi e meravigliosi uccelli marini, infatti, resta unita per decenni, fino alla morte di uno dei due partner. Ma anche le specie monogame per eccellenza possono divorziare, per molteplici ragioni. Il tasso di separazione degli albatri, ad esempio, fino a non molto tempo fa era del 2,7 percento, ma il dato che è recentemente balzato all'8 percento a causa dei cambiamenti climatici, come emerso da un recente studio condotto da scienziati del Dipartimento di Biologia Animale dell'Università di Lisbona.

Al di là delle importanti perturbazioni di origine antropica, come appunto il riscaldamento globale, ci sono altri fattori che possono spingere gli uccelli monogami a divorziare. La più approfondita ricerca sul tema ha ad esempio dimostrato che due degli elementi chiave in grado di favorire il divorzio sono la promiscuità maschile e la lunghezza delle migrazioni. In parole semplici, le specie di uccelli i cui maschi tendono ad accoppiarsi con più femmine e quelle che compiono le migrazioni più lunghe hanno i tassi maggiori di “divorzio”, che in ornitologia corrisponde al cambio di partner nella successiva stagione riproduttiva. A determinarlo è stato un team di ricerca cinese composto da scienziati della Scuola di Ecologia dell'Università Sun Yat-sen di Shenzhen.

I ricercatori, coordinati dai professori Zitan Song e Yang Liu dello State Key Laboratory of Biocontrol dell'ateneo cinese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un'approfondita comparazione filogenetica tra i tassi di divorzio di circa 200 specie di uccelli, appartenenti a 26 ordini e 61 famiglie differenti. Tra i fattori analizzati la promiscuità maschile e femminile, la distanza delle migrazioni e il tasso di mortalità degli adulti. Come indicato, solo la propensione alla poligamia da parte dei maschi (non delle femmine) e la maggiore distanza migratoria erano positivamente correlate a un superiore tasso di divorzio.

Le possibili ragioni sono state elencate dagli autori dello studio. Per quanto concerne i maschi promiscui, le femmine potrebbero considerarli come partner poco affidabili, dato che le loro attenzioni sarebbero suddivise su più compagne. Per questo è più probabile che nella stagione riproduttiva successiva si manifesti il divorzio. La promiscuità femminile non aumenterebbe invece il tasso di divorzio poiché, come specificato dagli autori dello studio, l'incertezza della paternità spingerebbe i maschi ad aumentare il proprio impegno nelle cure parentali.

Come indicato anche le lunghe migrazioni sono positivamente associate a un maggior tasso di divorzio, per diversi motivi; ad esempio, più è lunga una migrazione più è facile che maschi e femmine arrivino in momenti diversi e scelgano un altro partner. Inoltre è più probabile che maschi e femmine si disperdano in aree di nidificazione differenti e dunque possano “perdersi” di vista. Questo dettaglio può peggiorare a causa del cambiamento climatico, come emerso nel caso degli albatri.

Un aspetto interessante emerso dalla nuova ricerca risiede nel fatto che i tassi di divorzio erano più o meno elevati in base alle correlazioni delle varie specie coinvolte. Come hanno scritto il professor Song e colleghi, infatti, “pivieri, rondini, martini, rigogoli e merli avevano sia alti tassi di divorzio che promiscuità maschile, mentre procellarie, albatros, oche e cigni avevano bassi tassi di divorzio e bassa promiscuità maschile”. Si ritiene che oltre oltre il 90 percento degli uccelli sia monogamo durante la stagione riproduttiva e molti fanno coppia per tutta la vita, ma il divorzio non è un0eventualità improbabile, anche in questi fedeli e bellissimi animali. I dettagli della ricerca “Divorce rate in monogamous birds increases with male promiscuity and migration distance” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B.

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