Alcuni cibi industriali in gravidanza possono aumentare il rischio di obesità nei figli: l’ipotesi di uno studio

Non è un caso se gli alimenti industriali hanno sempre lo stesso identico sapore: questa loro qualità è infatti resa possibile dall'utilizzo degli additivi alimentari, sostanze utilizzate nell'industria alimentare per diversi scopi, come conservare, colorare o dolcificare. Ma facendo parte della nostra alimentazione da relativamente poco tempo, non sono ancora completamente noti gli effetti sul lungo periodo che potrebbero avere sulla nostra salute. Ecco perché negli ultimi anni diversi studi stanno cercando proprio di rispondere a questa domanda. Tra questi un recente studio condotto in Francia ha scoperto che il consumo in gravidanza di una specifica tipologia di questi additivi, gli emulsionanti, potrebbe avere effetti negativi sul microbiota intestinale del futuro bambino e quindi sulla sua salute anche in età adulta.
La scelta di studiare il microbiota intestinale, ovvero l'insieme dei microrganismi presenti nell'intestino, non è stata casuale: sappiamo infatti che l'equilibrio batterico nel microbiota è fondamentale non solo per la salute intestinale, ma anche per molte altre funzioni chiave dell'organismo. Non solo, durante il primo anno di vita, "il microbiota intestinale svolge – spiega l'Ospedale Bambino Gesù di Roma – un ruolo fondamentale nella salute umana soprattutto per lo sviluppo del sistema immunitario del neonato, agendo come barriera contro i patogeni (virus, batteri e funghi)".
Cosa sono gli emulsionanti
Lo studio è stato condotto dall'Institut Pasteur e dall"Institut national de la santé et de la recherche médicale (l'istituto nazionale francese per la ricerca sulla salute e la medicina). Gli emulsionanti vengono usati in molti cibi confezionati "per migliorare – spiega l'istituto francese – la consistenza e la durata di conservazione degli alimenti trasformati, come latticini, prodotti da forno, gelati e anche alcuni alimenti liofilizzati per bambini". Ma sono presenti anche nel cioccolato, nelle salse o nelle carni lavorate. In questo scheda del Consiglio europeo di informazione sull'alimentazione potete trovare un elenco approfondito degli alimenti che li contengono.
Per esplorare i possibili effetti di queste sostanze il team di ricerca ha condotto una sperimentazione animale su topi femmina. Un gruppo di questi è stato esposto a due emulsionanti comunemente usati nell'industria alimentare, ovvero carbossimetilcellulosa (E466) e polisorbato 80 (E433), per dieci settimane prima della gravidanza, durante quest'ultima e per tutto l'allattamento.
Gli effetti sul microbiota
Dopo la nascita i ricercatori hanno studiato il microbiota intestinale della prole e hanno visto che i topi nati dal gruppo esposto agli emulsionanti presentava alterazioni significative già nelle prime settimane, ovvero il periodo in cui la madre – spiegano i ricercatori – trasmette parte significativa del proprio microbiota al figlio. Alcune di queste alterazioni rappresentano per i ricercatori un fattore di rischio per la salute futura della prole. Nello specifico, tra quelle più significative è stato osservato un aumento di un particolare gruppo di batteri, i batteri flagellati – che possono attivare una risposta infiammatoria – e un aumento di batteri vicino alla mucosa intestinale.
Secondo i ricercatori queste alterazioni potrebbero avere effetti anche sul lungo periodo, in quanto nella prima fase di vita i frammenti dei batteri presenti nell'intestino attraversano la mucosa intestinale così da permettere al sistema immunitario di riconoscerli, ma questo aumento dei batteri potrebbe chiudere prima del previsto questo passaggio, interrompendo la comunicazione tra il microbiota e il sistema immunitario. Se questo succede, potrebbe portare in età adulta una risposta immunitaria esagerata e quindi uno stato di infiammazione cronica, una condizione che espone a un maggiore rischio di disturbi intestinali cronici e perfino di obesità.
Anche se si tratta di uno studio animale che necessita di essere confermato da ulteriori studi clinici, "questi risultati evidenziano quanto sia importante regolare l'uso di additivi alimentari, specialmente nei prodotti in polvere per l'infanzia, che spesso contengono tali additivi e vengono consumati in un momento critico per la formazione del microbiota", ha spiegato Benoit Chassaing, direttore della ricerca Inserm e capo del laboratorio Microbiome-Host Interactions dell'institute Pasteur.