Adesso usare la mascherina contro il Covid-19 sembra diventato inutile: i dati di un nuovo studio
Sono trascorsi quasi quattro anni dai primi casi di Covid-19. Da allora il virus è cambiato e si è modificato più volte, mutando in nuove varianti, fino all'ultima Kp.2, che solo qualche settimana fa è arrivata in Italia. Queste mutazioni nel genoma del virus hanno modificato non solo i sintomi, ma in parte anche le modalità e i fattori di infezione, rendendo alcune delle misure di prevenzione a cui ci eravamo abituati durante la prima fase della pandemia sostanzialmente inutili.
Tra queste sembrerebbe esserci anche la mascherina, il dispositivo di protezione diventata simbolo stesso della pandemia. È quanto emerso da un nuovo studio che ha indagato come sono cambiati i fattori di rischio d'infezione nel Regno Unito da quando la variante Delta (la prima e più temuta forma del Sars-Cov-2 ) è mutata in Omicron. I risultati sull'efficacia dell'uso della mascherina nel proteggere dal virus potrebbero lasciare sorpreso chi ancora oggi si sente rassicurate dall'indossare la mascherina sui mezzi di trasporto o nei luoghi affollati.
In ogni caso, ricordiamo che si tratta di un singolo studio e che l'uso della mascherina è ancora oggi consigliato da molti esperti per prevenire il rischio di diverse infezioni soprattutto in soggetti fragili (per questo è fondamentale attenersi sempre all'indicazione del proprio medico).
Perché la mascherina sembra non essere più efficace contro il virus
Questa ricerca, condotta dall'Università dell'East Anglia, ha infatti scoperto che dalla prima ondata della variante Omicron in poi le mascherine facciali non sono più un rimedio efficace contro il rischio di infezione. I ricercatori hanno preso come punto di partenza i dati ufficiali raccolti nel Regno Unito durante la pandemia, quando Delta era ancora la variante dominante.
Questi dati sono stati confrontati con quelli raccolti dall'Office for National Statistics (Ons) durante un'indagine svolta in Inghilterra sulle famiglie per stimare il numero di persone infette in quel momento nel Paese. Nel periodo tra novembre 2021 e maggio 2022, l'agenzia ha anche indagato quale fossero le abitudini delle persone per individuare i possibili cambiamenti nei fattori di rischio associati all'infezione.
Ne è emerso che se prima dell'arrivo di Omicron BA.2 non indossare la mascherina era considerato un fattore di rischio importante, in grado di aumentare il rischio negli adulti de 30% e nei bambini del 10%, dall'arrivo di questa variante in poi le cose sono cambiate. Dalla seconda ondata di Omicron nel Regno Unito, ovvero da fine febbraio 2022, i ricercatori hanno infatti osservato che indossare la mascherina non solo non proteggeva in nessun modo gli adulti ma era associato perfino a un aumento del tasso di infezione nei bambini.
Come sono cambiati i fattori di rischio dell'infezione
Nella prima fase della pandemia, i fattori che avevano un ruolo nell'aumentare o meno il rischio dell'infezione erano abbastanza chiari: uso delle mascherine, aver fatto un viaggio all'estero, vivere in una famiglia con più di cinque persone, lavorare o meno con persone in pensione, over 70 o bambini. I risultati di questo studio non smentiscono infatti in nessun modo il ruolo che hanno avute le misure di prevenzione attuate durante la prima fase della pandemia.
Nello specifico, nel periodo di prevalenza di Delta l‘uso della mascherina è stato associato a una riduzione del 19% della trasmissione del virus nel Regno Unito. Dall'arrivo di Omicron BA.2 però le cose sono cambiate e conoscere come è fondamentale – spiegano i ricercatori – per prevenire le nuove infezioni.
Gli autori dello studio hanno inoltre spiegato che questo cambiamento non è così sorprendente, se si considera l'evoluzione del virus: è infatti ormai certo che Omicron si differenziava da Delta proprio dalla maggiore facilità con cui infettava le vie respiratorie superiori, caratteristica che l'ha resa più "facilmente trasmissibile" rispetto alle varianti che l'hanno preceduta.