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3/I ATLAS dopo il perielio, per Avi Loeb possibili segnali di un “motore caldo”: cosa significa

L’oggetto interstellare 3I/ATLAS ha superato il perielio da una settimana e ora iniziano a giungere nuovi dati interessanti. Secondo il fisico e astronomo israeliano Avi Loeb, ad esempio, la sua accelerazione non gravitazionale mostra valori che potrebbero essere spiegati con l’accensione di un motore. La gran parte della comunità scientifica sostiene tuttavia che siamo innanzi a una cometa con alcune caratteristiche insolite.
A cura di Andrea Centini
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L’oggetto interstellare ripreso dal telescopio Gemini. Credit: NOIRLab/Gemini Observatory/Wikipedia
L’oggetto interstellare ripreso dal telescopio Gemini. Credit: NOIRLab/Gemini Observatory/Wikipedia

L'oggetto interstellare 3I/ATLAS ha passato il perielio (massima vicinanza al Sole) lo scorso 29 ottobre e ora, mentre si accinge a uscire dal bagliore della stella, iniziano a giungere i dati e le prime immagini dopo questo momento così importante del suo viaggio nel Sistema solare. Secondo l'astronomo Abraham Avi Loeb da queste informazioni è emersa una nuova anomalia relativa all'accelerazione non gravitazionale, che potrebbe essere il risultato di un “motore caldo”. In pratica, per l'esperto saremmo innanzi a un altro, possibile indizio della natura tecnologica di 3I/ATLAS, ovvero che potrebbe trattarsi di un'astronave madre aliena, pur non mancando di sottolineare la possibilità di un'insolita cometa naturale, come del resto sostiene larghissima parte della comunità scientifica. Ma a cosa si riferisce il professor Avi Loeb quando parla di un "motore caldo"?

Nel suo ultimo articolo pubblicato su Medium, lo scienziato israeliano del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Harvard indica che sia il Jet Propulsion Laboratory della NASA che il Minor Planet Center – l'organo dell'Unione Astronomica Internazionale deputato alla classificazione di piccoli corpi celesti come comete e asteroidi – hanno pubblicato nuovi dati che riguardano il periodo compreso tra il 31 ottobre e il 4 novembre, quello successivo al perielio. Tra le misurazioni più importanti rilevate vi è il significativo aumento di luminosità (di un fattore 5), che ora rende visibile 3I/ATLAS anche da casa con un telescopio amatoriale. In questo articolo abbiamo indicato come, a che ora e in quale punto del cielo cercare l'enigmatico oggetto interstellare dall'Italia. L'altro parametro interessante emerso dalle nuove analisi è il valore dell'accelerazione non gravitazionale, che “è stato ridotto di un terzo rispetto al valore riportato il 29 ottobre”, spiega Avi Loeb. Per accelerazione non gravitazionale si intendono le variazioni di traiettoria e/o velocità non legate alla gravità (come quella esercitata dal Sole), ad esempio legate al getto di gas e polveri liberati dalla sublimazione del ghiaccio. Questi getti, infatti, possono agire come dei piccoli propulsori per le comete e i loro effetti sono rilevabili e distinguibili.

Sulla base di questa accelerazione non gravitazionale (radiale e trasversale) e della conservazione della quantità di moto rilevate per 3I/ATLAS, il professor Avi Loeb indica che l'oggetto deve aver perso “una frazione misurabile della sua massa”. Nel caso specifico, lo scienziato ha calcolato che la perdita di massa sarebbe di “circa il 13% diviso per v in unità di 300 metri al secondo, dove un valore di v ~300 metri al secondo corrisponde alla velocità termica caratteristica delle molecole alla temperatura superficiale di 3I/ATLAS vicino al perielio”. Lo scienziato spiega che questo valore sarebbe “il massimo atteso per una cometa naturale, il che implica che 3I/ATLAS debba aver perso più del 13% della sua massa vicino al perielio nello scenario naturale”, ovvero circa 1/6. Ed è proprio a questo punto che subentra l'ipotesi del motore a razzo tecnologico, che “potrebbe espellere gas attraverso il suo scarico a una velocità molto più elevata, riducendo così la frazione richiesta della perdita di massa”.

Di fatto, secondo il professor Loeb, 3I/ATLAS potrebbe essere una cometa che ha perso tanta massa al perielio oppure un'astronave con un motore acceso e caldo con una perdita di massa sensibilmente inferiore. Se fosse naturale, per Loeb l'oggetto interstellare ora dovrebbe essere circondato da una gigantesca chioma, alla luce della grande quantità di massa perduta, tuttavia le immagini preliminari del post perielio che stanno circolando al momento, secondo lo scienziato, non mostrerebbero alcuna traccia di questo fenomeno. È proprio per questo che secondo Avi Loeb dovrebbe essere valutata l'ipotesi che l'accelerazione non gravitazionale possa essere stata innescata da un fenomeno diverso dal degassamento dovuto alla sublimazione del ghiaccio, a sua volta innescata dal riscaldamento solare. In pratica, viene suggerita l'accensione di un motore e dunque la natura tecnologica di 3I/ATLAS.

Poiché da questo mese 3I/ATLAS potrà essere messa nel mirino di potenti telescopi e sonde, molto presto saranno disponibili tutti i dati necessari per determinare le caratteristiche e la natura dell'oggetto. Va tenuto presente che la stragrande maggioranza della comunità scientifica è concorde nel ribadire che, per quanto insolita, 3I/ATLAS è assolutamente una cometa interstellare con tutte le caratteristiche cometarie.

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