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Incidente bus Spagna, Laura ha riaperto gli occhi e ha sorriso alla mamma

La 22enne di Modena era sul pullman della morte, dove hanno perso la vita 13 persone, incluse 7 studentesse italiane in Erasmus. Lei, Laura Ferrari, no. Dopo 10 giorni di coma si è svegliata. Ed ora è praticamente fuori pericolo.
A cura di Biagio Chiariello
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Martedì pomeriggio in intorno alle 15, dopo una decina di giorni di buio totale, Laura Ferrari, 23 anni, di Modena, tra le studentesse della comitiva di Erasmus sul bus della morte, si è svegliata, nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Barcellona. Dal Santa Creu e San Pau, l’annuncio al Corriere della Sera del fratello Lorenzo: “Mia sorella Laura si è finalmente svegliata, ha aperto gli occhi – ha detto – prima ha fatto un sorriso a mamma che era accanto al letto, poi ha mosso la testa per far capire che riconosceva anche papà. Poi ha detto pure qualche parola, non l’abbiamo capita ma non fa niente, va bene così. È stato un grandissimo giorno per noi”.

Sul pullman che tornava da Valencia e procedeva verso Barcellona, domenica 20 marzo all’alba, hanno trovato la morte 13 persone, tra le quali 7 ragazze italiane. Francesca Bonello, Lucrezia Borghi, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Serena Saracino, Elisa Scarascia Mugnozza, Elisa Valent. Laura invece ce l’ha fatta. E si sta riprendendo. Ha vertebre del collo fratturate, è rimasta in coma farmacologico per oltre una settimana. Ma ora sembra davvero che sia fuori pericolo, tanto che i medici le hanno tolto il respiratore e sospeso i farmaci per vedere come reagisce.

“Per la prima volta è tornata a respirare autonomamente – ha detto il fratello – progressi enormi rispetto a Pasqua quando aveva solo mosso le palpebre. Ora non è più in pericolo di vita”. Il ragazzo, commosso, ora dice di voler “ringraziare pubblicamente Elise, una ragazza belga coetanea di Laura che è stata davvero il suo angelo custode. È venuta in ospedale e mi ha raccontato che lei e Laura dormivano, una con la testa sulla spalla dell’altra. C’è stato l’incidente e Laura ha salvato Elise, perché mia sorella le è finita davanti e ha assorbito tutto l’urto. Ma poi è stata Elise ad estrarre Laura dalle lamiere, a tamponare le sue ferite e a tenerla sveglia fino all’arrivo dei soccorsi. Ed è stata sempre Elise a sbloccare la cintura di sicurezza all’autista rimasto intrappolato e poi a mettere i triangoli di segnalazione di pericolo dietro e davanti al pullman, evitando che altri mezzi potessero sbatterci contro…”.

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