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Imu 2013, che pasticcio: nei Caf è caos per il calcolo della seconda rata

Dopo i sindaci, arriva l’allarme dei Caf per calcolo seconda rata. Unimpresa, che riunisce 900 centri di assistenza fiscale in 60 province, critica il decreto legge e avverte: “C’è molta confusione, gli errori sono estremamente probabili”
A cura di B. C.
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Sta diventando un vero e proprio caso la cancellazione della seconda rata dell’imposta sulla prima casa: dopo le proteste dei sindaci, ora arriva l'allarme anche del Caf. Come già ampiamente detto, il decreto cancella solo in parte il versamento dell'Imu di dicembre sulle abitazioni principali: nei comuni che hanno alzato le aliquote sulla prima casa sopra quella standard (lo 0,4%), contribuenti infatti avranno una brutta sorpresa a metà gennaio: saranno chiamati a pagare la metà della differenza fra  lo 0,4% e l’aliquota prevista nel 2013.L'approvazione del DL è arrivata però troppo a ridosso delle scadenze, denuncia Unimpresa (a cui aderiscono 900 Centri di Assistenza Fiscale distribuiti in 60 province in tutta Italia). Si rischia numerosi errori nei calcoli: "la confusione generata dalla norma che consente ai Comuni di far pagare la quota di imposta relativa all’eventuale aumento stabilito nel 2012 e nel 2013 rispetto all’aliquota ordinaria rende estremamente probabili errori nella determinazione degli importi da pagare entro il 16 gennaio", rivela ancora Unimpresa. Il risultato "è un elevatissimo rischio di dare il via a un enorme contenzioso tra contribuenti e amministrazioni locali".

Su 8mila comuni complessivi – osserva l'associazione – finora sono stati approvati circa 4mila regolamenti Imu: "C’è tempo fino al 5 dicembre ed è assai probabile che si assisterà ad aumenti selvaggi. I bilanci delle amministrazioni locali sono al collasso e l’opportunità offerta dal Governo col decreto approvato mercoledì consente di fare cassa rapidamente”. Il giudizio del presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, è duro: "Il decreto – osserva – è una barzelletta. In un colpo solo sono stati spostati due termini, quello per le delibere comunali e quello per il versamento, ed è stata portata dal 16 dicembre al 16 gennaio la scadenza per i versamenti. E poi c'è l'aspetto politico. Il Governo di Enrico Letta si è rimangiato la promessa e alla fine, anche se per cifre non rilevanti, obbliga le famiglie a una ministangata".

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