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Il ritorno di Jago con “Il figlio velato”: la prima opera d’arte italiana realizzata con il crowdfunding

Jago, l’artista più social d’Italia, ha chiesto l’aiuto dei suoi sostenitori per realizzare il suo ultimo lavoro: “Il figlio velato”, una scultura sulla quale saranno incisi tutti i nomi di coloro che decideranno di contribuire sulla piattaforma di crowdfunding Eppela: “Basta una piccola donazione per entrare nella storia”.
A cura di Redazione
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Vedere il proprio nome letteralmente scolpito su un'opera d'arte non è cosa da tutti. Eppure, chiunque vorrà provare questa emozione potrà farlo grazie a un'idea rivoluzionaria di Jago, al secolo Jacopo Cardillo, conosciuto come l'artista italiano più social di tutti i tempi, con più di 237mila follower attivi sulla sua pagina Facebook e oltre 13 milioni di visualizzazioni del documentario a lui dedicatogli da Fanpage.it. Il suo prossimo lavoro, dal titolo "Il figlio velato", con il quale intende ribaltare il concetto stesso di creazione artistica, vuole essere una scultura collettiva da realizzare grazie alla collaborazione e al sostegno dei suoi fan virtuali. Come? Ovviamente con il crowdfunding, la raccolta fondi online che dall'1 giugno sarà disponibile sulla piattaforma Eppela.

L'obiettivo è raccogliere 100mila euro, perché poi la scultura con sopra incisi i nomi degli utenti che hanno contribuito alla sua realizzazione possa essere donata a qualche museo pubblico italiano. Bastano solo 1o euro per vedere il proprio nome, o quella di una persona cara, incisi sull'opera, che in questo modo sarà di tutti. Più alto sarà il contributo, più interessante sarà la contropartita per i finanziatori-realizzatori della prima opera collettiva di Jago: si potrà, infatti, avere la cartolina con i ringraziamenti personali dell'artista oppure ricevere l'invito ufficiale alla presentazione dell'opera in Italia e incontrare l'artista.

"Il figlio Velato", che parte dalla rievocazione drammatica del famoso "Cristo Velato" di Napoli di Giuseppe Sanmartino, racconta del dramma a cui sono sottoposti milioni di bambini ai giorni nostri: un sacrificio quotidiano che viene rappresentato proprio dal corpo di un bambino che racchiude in sé un sentimento ambivalente, sospeso tra un’infinita sofferenza e una speranza autentica nella potenza dell'arte che, con la sua denuncia, contribuisce a evocare un senso di fratellanza tra gli esseri umani.

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