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Il giallo della morte di Gianni Genna a Marsala, la madre ai funerali: “Me lo avete ucciso”

“Assassini, me l’avete ammazzato”, ha gridato la madre di Gianni Genna, il ventisettenne trovato morto martedì scorso nelle campagne di Marsala, all’uscita della bara dal santuario di Santo Padre delle Perriere in cui sono stati celebrati i funerali. Sulla morte del giovane, dopo l’autopsia effettuata ieri, proseguono le indagini.
A cura di Susanna Picone
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Si sono svolti questa mattina al Santuario di Santo Padre delle Perriere i funerali di Gianni Genna, il giovane di ventisette anni trovato morto martedì scorso nelle campagne di Marsala (Trapani), in contrada Ciavolotto-Digerbato. La chiesa era piena di familiari, amici e centinaia di conoscenti che – come scrivono le cronache locali – al termine del funerale hanno indossato delle magliette con una foto del ragazzo scomparso e hanno fatto volare in cielo dei palloncini bianchi. “Gianni ha lasciato un segno nella nostra vita. Se siamo qui in tanti è anche per questo motivo. E questo ci spinge a essere vicini alla mamma Antonella, al papà Gaspare e al fratello Peppe”, ha detto durante l’omelia il sacerdote. “Assassini, me lo avete ammazzato”, le urla di dolore della madre di Gianni quando la bara ha lasciato la chiesa dopo il rito.

La morte di Gianni Genna resta un mistero: cosa è emerso dall’autopsia

Le circostanze della morte del giovane di Marsala non sono state ancora chiarite. Ieri si è svolta l’autopsia sul corpo del ventisettenne e il medico legale ha accertato che Gianni è morto a causa di un “arresto cardiocircolatorio”. Ma si indaga ancora per capire cosa lo abbia causato. Per il momento gli investigatori sembrerebbero però escludere la pista dell’omicidio. Sul corpo di Gianni Genna, trovato con gli stessi indumenti che indossava la sera della scomparsa sabato scorso, non c’erano segni di violenza. Il cadavere è stato trovato a circa 300 metri dal locale dove il giovane si era diretto quella sera con alcuni amici. Il fratello Giuseppe, intervistato da Fanpage.it, si è scagliato proprio contro quanti avrebbero dovuto, a suo dire, non lasciarlo solo, ma chiamare i soccorsi o i suoi familiari. “Mio fratello non lo meritava, rispettava tutti, se qualcuno era ubriaco, in difficoltà, lo aiutava”, ha ripetuto Giuseppe davanti alle telecamere.

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