“Il genocidio dell’Ilva”. Ecco la denuncia presentata all’Aja
Tra blocchi stradali e manifestazioni in alta quota, continua senza sosta la protesta degli operai dell'Ilva che chiedono garanzie sul loro futuro lavorativo. La torre di smistamento dell'Altoforno 5, uno degli impianti dei quali è previsto lo spegnimento, è occupata da giorni. Sotto, la situazione non è delle più semplici. E' di ieri al notizia che il comitato "Taranto futura" ha presentato una denuncia al tribunale penale internazionale dell'Aja contro l'intera dirigenza dello stabilimento siderurgico di Taranto, in concorso con la classe politica locale, regionale e nazionale per i reati di genocidio e crimini contro l'umanità. Il documento, redatto dall'avvocato Nicola Russo, cita le perizie chimico-fisica e epidemiologica fornite nell'ambito del procedimento per disastro ambientale nei confronti di dirigenti dell’Ilva e acquisite anche dal gip Patrizia Todisco, che ha emesso il decreto di sequestro dell'area a caldo della fabbrica.
Sul banco degli accusati, secondo la denuncia non ci sono solo i proprietari dell'Ilva, la famiglia Riva, ma anche chi avrebbe dovuto promuovere regole a chi avvelenava la città e non l'ha fatta; in tal senso va interpretato il coinvolgimento del governo, dei ministeri, degli enti regionali, provinciali e comunali. E alla fine, come spesso accade in Italia, quando la cosiddetta "goccia ha fatto traboccare il vaso" si è reso necessario l'intervento risolutore della Magistratura