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Il farmacista avvelenato col cianuro per un debito di 270mila euro

Ha confessato il killer di Luigi Fontana, avvelenato con una dose di cianuro nell’aperitivo: è un suo vecchio amico che non sapeva come saldare un debito che aveva con il farmacista milanese. Il cianuro comprato nella sua stessa farmacia.
A cura di Susanna Picone
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Ha confessato il killer di Luigi Fontana, avvelenato con una dose di cianuro nell’aperitivo: è un suo vecchio amico che non sapeva come saldare un debito che aveva con il farmacista milanese. Il cianuro comprato nella sua stessa farmacia.

Erano amici da più di vent’anni il farmacista milanese Luigi Antonio Fontana e Gianfranco Bona, un autotrasportatore incensurato di 50 anni con moglie e figli. Erano amici perché il secondo è il titolare di una ditta specializzata nel trasporto di medicinali, proprio per questo motivo conosceva e aveva rapporti lavorativi da tempo con la farmacia Barocco di viale Forze Armate di Milano. Un rapporto umano e lavorativo che però, stanotte, dopo essere stato fermato dalla polizia, ha costretto l’autotrasportatore a confessare il delitto di cui si è macchiato per risolvere un problema di debiti e che costringe, da lunedì scorso, l’amico farmacista in un letto dell’istituto clinico Città Studi in coma irreversibile.

Una dose di cianuro nel suo crodino – Fontana è stato infatti avvelenato con una dose di cianuro lo scorso lunedì, quando si apprestava a bere un aperitivo con gli amici in un bar della sua città, a pochi passi dalla sua farmacia. Quando è tornato nel negozio si è sentito male, ha perso i sensi ed è stato trasportato in ospedale. Se inizialmente si pensava a un malore i primi esami hanno confermato che invece si trattava di un’intossicazione da cianuro. Da lunedì scorso Luigi Antonio Fontana non ha più ripreso conoscenza.

Alla base del folle gesto un debito di 270mila euro – Bona, questa notte, ha confessato di aver acquistato quel cianuro proprio nella farmacia dell’amico con la scusa di doverlo utilizzare per uccidere delle nutrie ma col quale poi, quando gli si è presentata l’opportunità di mettere fine a una storia che si trascinava da tempo, ha tentato di uccidere il farmacista. A chi lo interrogava l’uomo ha spiegato anche il motivo del suo folle gesto: soldi che forse stavano compromettendo un’amicizia, un debito di 270mila euro che Bona proprio non sapeva come saldare. L’uomo, nel corso dell’interrogatorio, ha spiegato alla polizia di aver perso la testa e che, per risolvere i suoi problemi di soldi, avrebbe voluto uccidere se stesso con quel cianuro acquistato dall’amico.

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