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Ha sempre difeso il fidanzato che tentò di ucciderla: ora è Ylenia sotto indagine

Ylenia Bonavera, la ragazza di 23 anni che l’ex fidanzato Alessio Mantineo cercò d’uccidere bruciandola l’8 gennaio 2017, finisce sotto indagine per falsa testimonianza e favoreggiamento. L’uomo che la aggredì è stato condannato a dodici anni di carcere.
A cura di Susanna Picone
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La Procura di Messina ha inviato un avviso di conclusione indagini per falsa testimonianza e favoreggiamento a Ylenia Bonavera, la ventitreenne siciliana che l'ex fidanzato Alessio Mantineo cercò di uccidere dandole fuoco nel gennaio del 2017. La giovane donna, che era incinta e che perse il bambino per le ferite riportate, poco dopo l'episodio e poi per tutta la durata del processo raccontò di non conoscere l'aggressore difendendo in questo modo Mantineo. Quando ancora era ricoverata in ospedale con gravi ferite provò a difenderlo anche davanti alle telecamere di alcune trasmissioni televisive. Tanti però gli indizi contro il fidanzato, che poi è stato condannato a dodici anni di carcere per tentato omicidio. Adesso, per aver sempre difeso l’uomo che ha tentato di ucciderla, Ylenia Bonavera potrebbe a sua volta finire sotto processo come imputata.

Ylenia rimase gravemente ustionata dopo l’aggressione

Ylenia Bonavera dopo l’aggressione del 7 gennaio 2017 si salvò solo grazie all’intervento tempestivo dei soccorsi. Il suo ex, dopo un litigio, si presentò all’alba a casa sua, le buttò addosso della benzina e le diede fuoco. Tra i vari indizi contro di lui ci sono anche le videocamere di un distributore di carburante che, pochi minuti prima del tentato omicidio, riprendono il ragazzo mentre riempie una bottiglia con della benzina. Subito dopo quella notte la ragazza – che rimase gravemente ustionata ai fianchi e alle gambe – raccontò ai familiari che l'aggressore era effettivamente Alessio, una versione riferita anche alla vicina di casa che l'aveva soccorsa e che aveva chiamato il 118. Poi però cambiò la sua versione per difenderlo e questo la portò anche a litigare violentemente con sua madre quando ancora era ricoverata in ospedale. A fianco al ragazzo è rimasta invece la sua famiglia che ha continuato a difenderlo nonostante le prove: “È innocente, non ha mai fatto male a una mosca”, ha giurato il padre.

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