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Guerra in Libia: prende corpo l’ipotesi dell’esilio di Gheddafi

Dopo il summit di ieri a Londra, tra le potenze alleate si fa largo l’ipotesi dell’esilio di Gheddafi in un paese africano. Tuttavia si sta esaminando anche la possibilità di fornire armi ai ribelli.
A cura di Alfonso Biondi
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Dittatore della Libia

Nel vertice del Gruppo di contatto Nato, tenutosi ieri a Londra, si è fatto il punto sulla situazione in terra libica e sono state vagliate alcune soluzioni al riguardo. Quella che sta riscuotendo maggiori consensi, al momento, riguarda l'esilio di Mu'ammar Gheddafi in un paese africano. Magari evitandogli i processi per crimini di guerra, anche se, come afferma il Ministro degli Esteri Franco Frattini, "comunque non gli si potrà promettere un salvacondotto". Nessuno quindi "potrebbe impegnarsi a una immunità giurisdizionale", anche se quest'ipotesi potrebbe accelerare notevolmente la fine del conflitto. La Gran Bretagna ha fatto sapere di non esser impegnata a negoziare l'uscita di Gheddafi dalla Libia, ma non esclude che altri possano farlo. Gli Stati Uniti pare siano favorevoli all'esilio, anche se sono pronti a soluzioni "meno diplomatiche".

A Gheddafi, per ora, non è arrivata alcuna proposta formale, ma alcune voci raccontano del suo Ministro degli Esteri Musa Kusa che, in Tunisia, starebbe trattando con dei delegati italiani l'uscita di scena del colonnello. Anche il Consiglio di Transizione libico, che sta diventando un interlocutore sempre più credibile per la comunità internazionale, si è detto favorevole alla soluzione dell'esilio. Tuttavia il Consiglio non vorrebbe rinunciare al processo. Come infatti ha affermato Guma el-Gamaty, membro del Ctl, "i crimini commessi contro il popolo libico non possono essere dimenticati".

Ma una decisione va presa presto, anche perché in Libia gli scontri si fanno sempre più duri e gli abusi delle truppe di Gheddafi sui prigionieri sono noti a tutti: intervenire subito vorrebbe dire fa cessare un vero e proprio bagno di sangue.

Un'altra ipotesi che si sta vagliando in queste ore è quella di fornire armi ai ribelli. Ma quest'eventualità divide molto le nazioni. L'Italia fa sapere tramite Maurizio Massari, portavoce della Farnesina, che "armare i ribelli sarebbe una misura controversa, una misura estrema e certamente dividerebbe la comunità internazionale". Gli Stati Uniti, invece, non escludono questa misura e sembrano molto possibilisti sulla sua realizzazione. La Francia ha fatto sapere che si atterrà alla risoluzione Onu, ma che ha interesse che Gheddafi lasci al più presto il potere. Nelle prossime ore sicuramente verrà chiarita la posizione dell'intera comunità internazionale.

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