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Guerra in Libia: Usa proporranno esilio per Gheddafi

Una possibile via per porre termine alla guerra in Libia: gli Stati Uniti vorrebbero concedere l’esilio a Muammar Gheddafi e un salvacondotto sui processi per crimini di guerra.
A cura di Alessio Viscardi
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 Muammar Gaddafi

Un inviato degli Stati Uniti a Tripoli potrebbe mettere fine alla guerra in Libia che vede contrapposti l'esercito di Muammar Gheddafi e le forze ribelli sostenuta dall'operazione militare “Odissea allAlba”, ribattezzata “Unified Protector”. È intenzione degli Usa proporre al Colonnello l'esilio in un paese africano non sottoposto alla giurisdizione internazionale e al riparo da qualsiasi richiesta di estradizione per essere sottoposto a processo per crimini di guerra. Hillary Clinton, segretario di Stato americano, ha affermato: “Bisogna mettere fine alla offensiva barbara paragonabile a quella di Hitler”. Un gruppo di contatto è riunito a Londra per la risoluzione della questione.

Muammar Gheddafi lancia un messaggio al gruppo di contatto formato dai 40 ministri degli Esteri della coalizione dei volenterosi e paragona gli occidentali a Hitler, ma in un comunicato emesso al termine del meeting si legge: “La coalizione internazionale per la Libia riunita a Londra ha concordato di continuare gli sforzi finché non sarà attuata la risoluzione dell’Onu 1973”.

Il Comitato nazionale transitorio, cioé il governo ribelle della nuova Libia, ha reso noto che il trattato Italia-Libia sarà mantenuto dal nuovo esecutivo e che gli scambi commerciali tra i due paesi non subiranno variazioni a causa del cambio di regime. In un documento di otto punti inviato a Londra, l'esecutivo dei ribelli esprime la propria visione sulla ricostruzione dello stato libico post-Gheddafi, che dovrà “rispondere ai desideri e alle aspirazioni del popolo”. Nel documento vi è l'obbligo per il Consiglio di elaborare una bozza di Costituzione, in cui vigano la separazione dei poteri, suffragio universale, diritti umani e la fondazione di uno Stato di diritto.

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