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Guardia costiera libica accusa le Ong: “Responsabili dell’aumento dei flussi migratori”

Il capo della Guardia costiera libica per la regione centrale, Rida Aysa, ha rilasciato un’intervista ad Adnkronos international e accusato le ong: “Le organizzazioni presenti nel Mar Mediterraneo con la missione di salvare i migranti hanno dato loro ad intendere che saranno inevitabilmente soccorsi e questo ha aggravato la crisi, aumentando il numero di migranti”.
A cura di Charlotte Matteini
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Il capo della Guardia costiera libica per la regione centrale, Rida Aysa, nel corso delle ultime ore ha concesso un'intervista ad Adnkronos International accusando le Ong al centro della polemica e sostenendo che sarebbero di fatto responsabili dell'aumento dei flussi migratori: "Centinaia di migliaia di migranti clandestini sono pronti a imbarcarsi per l'Europa, anche se non esistono cifre precise. La maggior parte di questi migranti proviene dai Paesi dell'Africa orientale e occidentale, come Eritrea e Somalia. Le organizzazioni presenti nel Mar Mediterraneo con la missione di salvare i migranti hanno dato loro ad intendere che saranno inevitabilmente soccorsi e questo ha aggravato la crisi, aumentando il numero di migranti. Abbiamo comunicato tutto questo sia all'Ue sia ai comandanti dell'Operazione Sophia, che hanno manifestato irritazione verso queste organizzazioni, ma finora non hanno preso alcuna misura al riguardo".

"La Guardia costiera libica ha fermato alcuni gommoni all'interno delle acque territoriali libiche, per poi imbattersi in alcune organizzazioni umanitarie che si sono lamentate del fatto che quei gommoni appartenevano a loro, benché non l'avessero comunicato alla Guardia Costiera, violando così le acque territoriali libiche", ha proseguito Aysa, ricordando ulteriori episodio, ad esempio quello di "un gommone tedesco fermato a nord di al-Zawiyah (30 chilometri a ovest di Tripoli, ndr) che poi si è rivelato di proprietà di un'organizzazione umanitaria chiamata ‘Sea Watch'", oppure quello di "una nave allontanata con alcuni colpi di avvertimento per aver violato le acque territoriali libiche. Dopo essere saliti a bordo e averla ispezionata è emerso che apparteneva a ‘Medici senza Frontiere".

"Tali imbarcazioni entrano in acque territoriali libiche senza avvisare la Guardia Costiera, che è l'organo preposto ad autorizzare questo e di conseguenza è logico rispondere per proteggere le nostre acque e le nostre coste. Quando le navi delle organizzazioni si fermano a 12 miglia dalla costa libica, in una zona visibile dalla costa, le loro luci notturne segnalano ai trafficanti che possono iniziare a imbarcare i migranti e questa è una delle cause delle ondate migratorie cui si assiste periodicamente", ha concluso Aysa.

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