Gli italiani alla fine hanno pagato l’IMU, evitando l’aumento delle aliquote

Oltre 9 miliardi e mezzo di euro. A tanto ammontano i versamenti raccolti per la prima rata dell'Imu, scaduta il 18 giugno scorso. Il dato è stato illustrato dal sottosegretario al ministero dell'Economia, Vieri Ceriani durante un briefing. Il commento sulle cifre non può che essere positivo: «obiettivo raggiunto» fanno sapere dal dicastero dell'Economia e delle Finanze. Eh sì, perché il balzello versato da circa 23,8 milioni di italiani – su una platea di 25,5 milioni (la differenza è pari a 1,7 milioni) – porta ad archiviare definitivamente l'ipotesi di un aumento delle aliquote. Con buona pace dei proclami leghisti che, con tanto di evento ad hoc, invitavano a non pagare la tassa tanto odiata. «Nonostante le critiche e gli inviti di qualcuno alla disobbedienza – commenta Ceriani – è prevalso il senso della responsabilità. Milioni di contribuenti hanno fatto quello che dovevano fare». Effettivamente l'imposta sugli immobili era stata accolta da un coro di proteste da parte dei contribuenti, vuoi perché molti avevano scordato l’ICI sulla prima casa, vuoi perché pesa molto di più rispetto agli anni passati. Alla fine, però, tutti (o quasi) hanno fatto il proprio dovere. L'importo medio dei versamenti è stato di circa 400 euro; per la fine dell'anno ad aliquote costanti l'incasso sarà di 20 miliardi (solo il 5,5% dei contribuenti, 877mila, ha optato per le due rate di versamento per un importo totale pari a 91,2 milioni). Siamo «perfettamente in linea con le previsioni», precisa il ministero. La stima, ricorda Ceriani, era di 9,7 miliardi di entrate entro giugno e 20,1 nell’anno. «L’obiettivo lo abbiamo centrato quindi – scherza il sottosegretario – non c’è notizia».