333 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Giallo del cavalcavia, i genitori di Giulia: “L’uomo della Panda rossa sa tutto”

Giulia di Sabatino è morta la notte del 1° settembre 2015 precipitando dal cavalcavia della A14 a Mosciano Sant’Angelo (Teramo). Dopo un anno la sua morte è avvolta nel mistero, ma i genitori sono convinti che l’ultima persona ad aver visto Giulia abbia la chiave del caso: “L’uomo della panda rossa sa” ha detto la mamma della 19enne ai microfoni di Fanpage.it.
A cura di Angela Marino
333 CONDIVISIONI
Immagine

"La chiave è l'uomo della panda rossa, lui sa". Meri Koci ha una sola granitica certezza sulla morte di sua figlia Giulia: Davide, il giovane che ha trascorso le ultime ore insieme alla 19enne, sa cosa è accaduto la tragica notte della sua morte. Giulia di Sabatino, 19 anni è morta precipitando dal cavalcavia della A14 a Mosciano Sant'Angelo (Teramo), la notte del suo compleanno, il 1° settembre 2015. Il suo corpo, completamente dilaniato dalle auto in corsa, è stato ritrovato il mattino seguente sull'autostrada sottostante il ponte. La ragazza – che aveva in programma di partire per Londra pochi giorni dopo – era uscita per festeggiare con degli amici, ma non è più tornata a casa.

Immagine

Meri Koci: "Mia figlia non si è suicidata"

Sul caso la Procura ha aperto un fascicolo per "istigazione al suicidio" che vede due indagati tra cui il famoso "uomo della panda rossa" un giovane alla guida di una Fiat Panda che quella sera ha fatto salire in auto Giulia e, dopo aver avuto un rapporto sessuale con lei, l'ha riaccompagnata sul cavalcavia dal quale la ragazza è precipitata. Alcuni testimoni riferiscono di aver visto il giovane strattonare la 19enne per costringerla a montare in auto. La famiglia di Giulia, difesa dall'avvocato Antonio di Gaspare, ha altre idee sulla morte della ragazza: "Giulia non si è suicidata" dice Meri alla telecamere di Fanpage.it "quella sera era uscita per festeggiare con degli amici, loro sicuramente sanno".

Il modella panda guidata dall'indagato
Il modella panda guidata dall'indagato

Silenzi, reticenze e depistaggi

In questa vicenda amara in cui ha perso la vita una ragazzina di 19 anni il leitmotiv sembra essere proprio quello della reticenza. Si comincia con uno dei due indagati, l'uomo della Panda rossa, che si presenta agli inquirenti dopo ben quattro mesi dal primo appello e solo dopo il ritrovamento del suo Dna sugli indumenti di Giulia, negando di averla mai conosciuta prima di allora. Gli amici e le amiche di Giulia non sono da meno: negano di sapere cosa sia accaduto quella notte, anzi, a detta di Luciano Di Sabatino, il padre della ragazza, avrebbero addirittura tentato di depistare le indagini, facendo false dichiarazioni. E nel valzer dei silenzi si inserisce anche Celeste, la cugina di Giulia che la ragazza frequentava tutte le sere e che è stata protagonista di un episodio inquietante: un anno prima della tragedia Celeste aveva accompagnato Giulia, coperta di graffi e lividi, al pronto soccorso. "Questa ragazza è da rinchiudere – disse ai medici – si è menata da sola". Eppure secondo i genitori di Giulia violenze del genere erano all'ordine del giorno nel gruppo, tanto che Meri aveva proibito a sua figlia di vedere Celeste. "C'era troppa cattiveria, troppa gelosia" dice ancora ai microfoni di Fanpage.it.

Le foto hot e la pista dei ricatti

L'esame del telefono cellulare di Giulia ha portato all'apertura di un'indagine parallela a quella per la morte. Si tratta di un fascicolo per "pedopornografia" nato dalla ritrovamento di alcune foto hot scattate quando Giulia era minorenne su richiesta di Giuseppe, un amico della ragazza. Il 26enne, finito al centro dell'inchiesta della procura abruzzese, aveva intessuto una fitta rete di richieste e ricatti in cui erano finite altre coetanee di Giulia e che potrebbe aver portato Giulia sul cavalcavia della A14 quella sera. "Chi mi dice che Giulia non fosse lì per un ricatto?" si chiede Meri Koci.

333 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views