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Genova, uccise a coltellate il marito violento: assolta, fu legittima difesa

Alessia Mendes, ballerina brasiliana di quaranta anni, nel giugno del 2017 uccise il marito Alessio Rossi, trentacinquenne di Genova, dopo l’ennesimo litigio. Per il giudice per l’udienza preliminare quei dodici fendenti furono legittima difesa. Il pm Paola Crispo aveva chiesto la condanna a 16 anni.
A cura di Susanna Picone
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È stata assolta Alessia Mendes, la ballerina di origini brasiliane che nel giugno dello scorso anno uccise nel quartiere Campasso di Genova il marito Alessio Rossi al culmine di una lite. Il gup ha accolto la tesi del difensore, Rachele De Stefanis, secondo cui si trattò di legittima difesa. Il pm Paola Crispo aveva chiesto invece la condanna a sedici anni per l’imputata. Da subito la donna, di quaranta anni, aveva detto di aver colpito con dodici fendenti il marito, un trentacinquenne di Genova, perché anche quel giorno la stava picchiando. Dalle successive indagini era emerso che Alessio Rossi era stato denunciato altre due volte per maltrattamenti e lesioni nei confronti della compagna. Dopo aver colpito il compagno Mendes si era barricata in casa minacciando il suicidio: voleva gettarsi da una finestra dell'abitazione. Solo dopo una lunga trattativa con la polizia, la donna aprì la porta dell'appartamento e fu arrestata.

Le reazioni dopo la sentenza – Soddisfatta l’avvocato dell’imputata De Stefanis: “Ho creduto sin da subito nell'innocenza della mia assistita – ha detto – e fondamentale è stata la Bpa, la Bloodstain Pattern Analisys. Abbiamo ricostruito la scena del crimine tramite l'analisi delle tracce di sangue. La scena parla e quello che dice spesso è oggettivo. Io credo sia la prima volta che a Genova venga usata una consulenza di questo tipo”. “Dobbiamo leggere la motivazione, ma è molto probabile che impugneremo la sentenza. Anche perché occorre valutare se ci sono gli estremi per la legittima difesa”, ha detto invece il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi dopo l'assoluzione. “La legittima difesa – ha spiegato Cozzi – deve essere attuale. E non basta avere subito maltrattamenti per giustificare un delitto. La vicenda poi non è così lineare, visto che la vittima è stata uccisa con 12 coltellate”.

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