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Genova: prima di morire sceglie un testo di De André come epitaffio. Il Comune: “Non è conforme”

Un 55enne genovese prima di morire aveva scelto un verso di Smisurata Preghiera come epitaffio per la sua tomba. Il Comune di Genova ha però negato l’autorizzazione.
A cura di Davide Falcioni
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"Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria, col suo marchio speciale di speciale disperazione, e tra il vomito dei rispinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morte una goccia di splendore, di umanità, di verità". Gli appassionati di Fabrizio De Andrè, uno dei più grandi cantautori italiani, non avranno nessuna difficoltà nel riconoscere questo verso di uno dei suoi ultimi brani, "Smisurata Preghiera". Ebbene, proprio un piccolo stralcio di questo capolavoro era stato scelto da R.C., morto a Genova poco più di un mese fa e con una complicata vita alle spalle, come epitaffio per la sua tomba, ultimo desiderio.

Le parole scelte dall'uomo erano state in particolare due: "Ostinato e contrario". Le aveva prese in prestito al poeta proprio per dare il senso di un’esistenza vissuta al di fuori e contro ogni forma di omologazione. Così, quando la So.Crem, Società genovese di cremazione, ha domandato alla vedova quale frase avrebbe voluto incidere sulla lapide per ricordare suo marito agli estranei, lei non ha avuto dubbi: “Ostinato e contrario”. L’epigrafe, tuttavia, non  è proprio piaciuta ai Servizi cimiteriali del Comune cui spetta concedere il nulla osta per i lavori nel Tempio crematorio del Cimitero di Staglieno, perché "non è conforme ai criteri di dedica, ricordo o commemorazione". Il testo è stato quindi respinto.

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