34 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Genova, massacrato sul bus perché lo credono gay. L’autista: “Io mi faccio i fatti miei”

L’uomo risulta indagato: non avrebbe mosso un dito, mentre il 40enne veniva picchiato da un gruppo di sei persone. Si è difeso ai carabinieri, sostenendo che “mio nonno mi ha insegnato che nella vita è meglio farsi i fatti propri”. La fidanzata della vittima spiega poi perché Luca non è andato subito in ospedale.
A cura di Biagio Chiariello
34 CONDIVISIONI
Immagine

E’ stato picchiato su autobus a Genova perché considerato gay. Luca, tornato a casa ha raccontato tutto alla sua ragazza ma non sapeva di avere un ematoma cerebrale che dopo una settimana lo ha ridotto in fin di vita. E’ stata la stessa Chiara in un’intervista al Secolo XIX a spiegare che il 40enne le aveva detto che non voleva perdere giorni di lavoro, per questo non sarebbe andato subito in ospedale. Voleva “aprire il suo locale e aveva paura che magari l’avrebbero tenuto qualche giorno a riposo. All’inizio diceva di sentirsi più o meno bene, non potevamo sapere che l’ematoma cerebrale stava peggiorando” dice la giovane.

Le parole dell'autista del bus

Nella vicenda dell’aggressione è coinvolto anche l’autista del pullman sul quale Luca è stato massacrato (l’indagine della Procura è per tentato omicidio). Nei suoi confronti c’è una denunciato per favoreggiamento, visto che l’uomo avrebbe assistito inerme all’aggressione senza dare l’allarme. E l'autista stesso, davanti alle forze dell'ordine, si difende così: "Mio nonno mi ha insegnato che nella vita è meglio farsi i fatti propri".

Il racconto della fidanzata di Luca

L’aggressione è avvenuta lo scorso 14 luglio. Luca “mi ha spiegato solo che un gruppo di ragazzi di Begato (quartiere dell’entroterra genovese, ndr) lo aveva malmenato dopo che era intervenuto a difesa di un suo amico inglese, preso in giro poiché parlava in una lingua straniera. Era indignato perché l’autista non aveva fatto niente. Ha aggiunto: ‘Sono riuscito a rialzarmi, lo chiamavo ma lui faceva finta di nulla’” ricorda Chiara. “All'inizio diceva di sentirsi più o meno bene, non potevamo sapere che l'ematoma cerebrale stava peggiorando", dice ancora. Poi l'intervento: "Ora è un po' migliorato anche se non riesce ancora a parlare, lo alimentano a fatica e i medici restano cauti", aggiunge. Il 40enne a quanto pare per il momento non è in pericolo di vita. Ha solo voglia di tornare a lavorare e dimenticare presto questa terribile storia.

34 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views