G7 in Germania: Usa-Russia, botta e risposta sulle sanzioni

Ore 19.30 – Obama contro Putin. Russia: "Reagiremo con ostilità" – Vladimir Putin sta portando la sua Russia allo sfascio "nello sforzo di ricreare i fasti dell'impero sovietico". Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, durante la conferenza stampa finale del G7 in Germania. "Putin sta scegliendo di mandare a pezzi l'economia russa", ha poi aggiunto Obama, sottolineando come le sanzioni votato dalle comunità internazionale stiano avendo l'effetto di indebolire fortemente la Russia. "Mosca sta ancora violando gli accordi sull’Ucraina e se sarà necessario inaspriremo le sanzioni", ha detto ancora il presidente USA. Immediata la reazione del Cremlino: "Ci riserviamo il diritto di reagire conseguentemente a tutte le iniziative non amichevoli compiute contro di noi dagli Usa", ha dichiarato il ministero degli Esteri russo.
UPDATE ore 15.00 – Sarebbe stato trovato un accordo sul clima al G7 di Elmau, in Germania. Secondo l'agenzia stampa tedesca DPA i capi di stato si sarebbero accordati sul mantenimento dell'aumento della temperatura globale entro il limite dei 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, su cui erano divisi fino a poco tempo fa.
"C'è bisogno di più sviluppo e più investimenti: la posizione italiana è in linea con quella degli Stati Uniti su come sostenere la crescita". A parlare è Matteo Renzi a margine dei lavori al G7 di Monaco di Baviera. Il premier ne è uscito soddisfatto, forte della convinzione che le sue idee su crescita e occupazione siano appoggiate anche dalla Casa Bianca: "C'è stata una grande e importante discussione tra di noi, pur con posizioni diverse". Il riferimento è inevitabilmente ad Angela Merkel, la padrona di casa che al contrario del Presidente del Consiglio continua a sostenere la necessità di imporre misure di austerità. Renzi, inoltre, si è detto soddisfatto dei risultati del suo governo.
Protagonista del summit è stato tuttavia Barack Obama, convinto che le persistenti debolezze dell'Europa possano avere conseguenze anche sui mercati statunitensi: in tal senso la difficile soluzione della situazione greca non sembra tranquillizzare il capo della Casa Bianca, che ha invitato Tsipras a fare le riforme richieste dall'UE. Sul fronte della politica estera continua a destare preoccupazione la situazione in Ucraina, mentre a quanto pare non sarebbe stata data la dovuta attenzione a quella libica, di cui si discuterà presumibilmente oggi. In tal senso Renzi non ha lesinato critiche all'Europa, ma soprattutto ai presidenti regionali italiani che, come Tosi e Maroni, hanno minacciato di chiudere le porte ai migranti. Il premier ha ricordato che è difficile chiedere il sostegno dell'UE "quando alcune Regioni del tuo Paese dicono che il problema non li riguarda. Non bastano le note stampa e gli slogan per risolvere il problema. Alcuni di quei governatori che si lamentano erano al governo quando è stata decisa la politica che ha condotto alle attuali regole".