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Elezioni politiche 2018

Franceschini: “Governo con tutti dentro per fare legge elettorale e riforma costituzionale”

Dario Franceschini propone una legislatura costituente, con dentro tutti i partiti allo scopo di fare una nuova legge elettorale e approvare una riforma costituzionale che porti all’esistenza di una sola Camera: “Se prevale l’interesse generale, questa diventa la legislatura che cambia il sistema politico italiano”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Monocameralismo e nuova legge elettorale. Secondo il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini questa legislatura, nata senza alcuna maggioranza dopo il voto, deve porsi queste due riforme come obiettivo. L’esponente del Pd lancia la proposta di una legislatura costituente partendo dal presupposto che la mancanza di una maggioranza è “una buona occasione per evitare gli errori delle precedenti legislature sul tema delle riforme istituzionali”. In un’intervista al Corriere della Sera, Franceschini afferma che “se prevale l’interesse generale, questa diventa la legislatura che cambia il sistema politico italiano”. E proprio per questo il ministro dei Beni culturali si appella a tutti gli altri partiti: “È il momento di scrivere le regole tutti insieme, le riforme a maggioranza non funzionano. Siccome oggi nessuno ha la maggioranza, il quadro è perfetto per fare le riforme, perché nessuno le può imporre agli altri”.

Franceschini parte dal Pd e dalle parole degli altri leader politici: “Ho guardato con una certa invidia le certezze dei vari leader dopo un terremoto come questo. La verità è che siamo in un’impasse”. E per uscirne la soluzione è cambiare la prospettiva del dibattito: “Una legislatura senza nessuna maggioranza di governo può apparire fallita in partenza; ma può rivelarsi la legislatura che segna la svolta della storia repubblicana. Fin dal primo giorno, la discussione è stata su quale governo fare, e lo è tuttora. Se invece proviamo a chiederci qual è l’obiettivo di questa legislatura, lo schema può cambiare: la maggioranza non ce l’ha nessuno. Mi pare una buona occasione per evitare gli errori delle precedenti legislature sul tema delle riforme istituzionali”.

Franceschini spiega come si può applicare la sua idea di riforme durante questa legislatura:

Quelle del centrodestra furono bocciate dal voto popolare, le nostre pure, proprio perché fatte a maggioranza. Ma è un grave errore politico pensare che la vittoria del No al referendum abbia voluto dire che le riforme non si faranno mai più. I motivi di quel No sono vari: chi era contrario nel merito, chi dava una valutazione politica, chi era contro Renzi. Ma una classe dirigente non può concepire di lasciare irrisolti i nodi di un sistema che non funziona, oggi più di prima. Perché si è prodotto l’incrocio tra sistema bicamerale e tre poli politici; e non c’è legge elettorale che da sola possa risolvere il problema. Glielo dice uno che è stato capogruppo di minoranza, capogruppo di maggioranza, ministro per i Rapporti con il Parlamento: chiunque vada al governo non riesce a far funzionare il sistema. È il momento di scrivere le regole tutti insieme. Le riforme a maggioranza non funzionano; ma siccome oggi nessuno ha la maggioranza, il quadro è perfetto per fare le riforme, perché nessuno le può imporre agli altri.

Le riforme su cui punta Franceschini riguardano il monocameralismo e la legge elettorale. “L’insieme di questi elementi – spiega – può dare stabilità al sistema Paese. Non ho nessun titolo per impegnare il Pd: mi rivolgo a Di Maio, a Salvini, a Berlusconi, a Martina e al mio stesso partito; da una situazione che pare perduta può nascere un meccanismo virtuoso. Questa può essere la legislatura perfetta. Faccio una proposta: vediamo i sì e i no all’idea di una legislatura costituente. Tenendo conto che invece i governi di cui si parla in questi giorni sono tutti governi contro natura”.

I possibili governi secondo Franceschini

Il ministro dei Beni culturali tende a escludere la possibilità di un governo nato da un accordo tra M5s e Lega: “Sommare cose diverse è molto difficile. Può riuscire sul piano numerico. Ma sul piano politico cosa li accomuna? Hanno raccolto il voto di protesta, ma hanno elettorati molto diversi, non complementari. Salvini vince al Nord, Di Maio al Sud”. Difficile pensare anche a un’intesa tra Pd e M5s: “Siamo andati avversari alle elezioni, rappresentiamo idee diverse. Si discute anche di governo di scopo. Ma chi lo sostiene? E lo scopo qual è? Senza una cornice di questo tipo, per quale motivo 5 Stelle e Lega dovrebbero sostenere un governo con Forza Italia e Pd? Qualsiasi formula si scelga è una formula posticcia”.

Secondo Franceschini la soluzione non sarebbe tornare al voto a breve: “Non si risolverebbe nulla. Neanche per loro. Un partito può avere qualche consenso in più, un altro qualcuno in meno; ma l’impasse resterebbe”. Per quanto riguarda la presidenza delle Camere, il ministro dei Beni culturali chiede di “individuare figure di garanzia” mentre esclude che il retroscena secondo cui starebbe cercando di farsi eleggere presidente dell’aula di Montecitorio abbia qualche veridicità: “Ho letto quei retroscena e ci ho riso sopra. Sono certo che Matteo non abbia detto una cosa così falsa e offensiva”, dice riferendosi a Renzi. Infine, Franceschini dedica un passaggio all’attuale situazione del Pd e alla reggenza affidata al vicesegretario Maurizio Martina: “Martina è la persona giusta, ha bisogno di tutto il nostro sostegno”.

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