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Forza Italia avvisa il PD: “Noi siamo sulla linea del Piave, lo Ius Soli non passerà”

I vertici di Forza Italia al Senato firmano un durissimo comunicato contro l’ipotesi di approvazione al Senato dello ius soli: “Sarebbe una aggressione, tutto il Paese si difenderà”.
A cura di Redazione
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Come noto, le prossime settimane saranno decisive per capire se il disegno di legge di riforma delle norme in materia di cittadinanza, che introduce lo ius culturae e lo ius soli temperato, abbia qualche possibilità di essere approvato in via definitiva entro la fine della legislatura. Il ddl potrebbe infatti approdare nell'Aula del Senato, dove però non è chiarissimo se esista una maggioranza favorevole al provvedimento, su cui c'è un fitto dibattito all'interno dell'opinione pubblica.

In attesa di capire quale sarà l'intenzione del Partito Democratico (oggi una intervista di Matteo Orfini è stata interpretata come una accelerazione sul punto), Forza Italia affida la propria linea a una nota congiunta di capogruppo e vicecapogruppo al Senato, Romani e Gasparri. "Chiunque utilizzi temi delicati come l'immigrazione e l'integrazione per costruire alleanze per la propria sopravvivenza politica mette a rischio la sicurezza di milioni di vite umane, dei nostri cittadini, e di tutti coloro che hanno deciso di diventarlo condividendo le nostre regole, i nostri principi e i nostri valori", si legge nella nota, che si chiude con una annunciazione chiara e netta: "Lo Ius soli non passerà. Sulla linea del Piave, Forza Italia è schierata e combatterà contro questa aggressione dalla quale il Paese tutto si difende".

Nella nota, i due senatori trovano modo anche di attaccare le ONG, asserendo che sono state "alleate, ma dei trafficanti senza scrupoli che hanno gettato in mare bambini, donne e uomini, destinandone gran parte a morte certa". Responsabilità che, a loro dire, condividerebbe anche il ministro Delrio, che ha utilizzato la Guardia Costiera "come inappropriato traghettamento fino alle nostre coste dei migranti economici trasportati dagli scafisti sulle carrette della morte al limite delle acque territoriali libiche".

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