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Fornero, flat tax e reddito di cittadinanza: il programma Lega-M5S costerebbe 100 miliardi l’anno

Secondo un’analisi condotta da Oxford Economics, l’approvazione del programma economico proposto da Lega e Movimento 5 Stelle costerebbe 100 miliardi di euro all’anno e porterebbe “a un drastico deterioramento del disavanzo di bilancio con il deficit, stimato dal nostro modello economico globale, al 5,5% nel 2019”.
A cura di Charlotte Matteini
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I rappresentanti di Lega e Movimento 5 Stelle da giorni stanno trattando e cercando di trovare una quadra per la costruzione di un comune programma di governo. Tra i punti ormai dati per certi ci sono l'abolizione della riforma Fornero, l'introduzione della Flat Tax al 15% e del reddito di cittadinanza, misure che hanno un costo non indifferente. La domanda che molti elettori o semplici spettatori si fanno è una: ma quanto costerebbero in totale queste misure? Ma soprattutto: l'Italia può permettersele? Un rapporto recentemente diffuso da Oxford Economics ha cercato di rispondere a queste domande e per quanto riguarda la seconda questione, la risposta è ovviamente "no".

"Le misure che la Lega e il Movimento 5 Stelle stanno concordando per formare il governo farebbero schizzare il deficit dei conti pubblici al 5,5 per cento del Pil nel 2019 e le proposte saranno annacquate per rimanere al di sotto del limite di disavanzo del 3 per cento fissato dall’Ue", scrive l'istituto. "La ragione di questa riduzione starebbe nelle clausole di salvaguardia dell’Iva, nell’opposizione del presidente Mattarella e nella possibile reazione dei mercati", secondo l'analista ed economista Nicola Nobile.

In totale, i tre principali punti cardine del programma giallo-verde costerebbero ben 100 miliardi di euro all'anno, pari a oltre 3 finanziarie abbondanti. Secondo le stime, il reddito di cittadinanza costerebbe 30 miliardi, la flat tax circa 60 e il superamento della legge Fornero 15 miliardi. Inoltre, servirebbero 31 miliardi nel biennio 2019-2020 per fermare l’aumento automatico dell’Iva fino al 25 per cento.

Secondo Oxford Economics, "in base alle proposte dei due partiti, il deficit sarebbe insomma ben al di sopra del limite previsto dall’Unione europea e anche se si volesse rimanere sotto al 3 per cento, si tratterebbe di una percentuale non in linea con i vincoli europei" e un eventuale sforamento dei parametri non sarebbe affatto accettato dalla Commissione Ue, che proprio oggi ha lanciato un monito all'Italia. L'eventuale approvazione del programma paventato da Lega e M5S condurrebbe "a un drastico deterioramento del disavanzo di bilancio con il deficit, stimato dal nostro modello economico globale, al 5,5% nel 2019". 

Un eventuale spesa del genere porterebbe a una crescita del Pil pari al 3% nel 2019 e del 2% nel 2020 contro l’1,4% atteso, ma non si tratterebbe, secondo Oxford Economics, di una crescita duratura, in quanto andrebbe affrontato in primo luogo il problema del debito pubblico, troppo alto rispetto ai parametri Ue. L’aumento della spesa porterebbe infatti l’Italia a "far fronte a tassi d’interesse significativamente più elevati in quanto i mercati avranno dubbi sulla sostenibilità della posizione fiscale del Paese".

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