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Fantinati (M5S): “Prendiamo le impronte digitali ai parlamentari, basta con pianisti e assenteisti”

Sulla falsa riga del Ddl Concretezza, il sottosegretario alla Pd, Mattia Fantinati, propone l’introduzione dei controlli biometrici per i parlamentari: “Il deposito delle impronte digitali è previsto da tempo, ma non è obbligatorio. Chi lavora viene pagato con i soldi degli italiani: dobbiamo vigilare su come vengono spesi. La stessa cosa dovrebbe valere però con i parlamentari”.
A cura di Charlotte Matteini
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Dopo quella proposta per i dipendenti pubblici, anche per i parlamentari potrebbe arrivare una normativa più stringente volta al contrasto dei cosiddetti "furbetti del cartellino". Il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione Mattia Fantnati (M5S) in un'intervista concessa a Repubblica ha lanciato un appello ai presidenti di Camera e Senato, Fico e Casellati, chiedendo che i controlli biometrici introdotti dal ddl Concretezza appena licenziato dal Consiglio dei Ministri vengano applicati non solo ai dipendenti pubblici ma anche ai parlamentari.

Sottosegretario, ma non è già previsto che vengano depositate le impronte digitali di senatori e deputati, al fine di garantire il riconoscimento dei votanti?
“Il deposito delle impronte digitali è previsto da tempo, ma non è obbligatorio. Noi con il ddl Concretezza ci siamo ripromessi di combattere l’assenteismo, e siccome esistono le tecnologie, le utilizziamo: ecco perché abbiamo pensato ai controlli biometrici. Chi lavora viene pagato con i soldi degli italiani: dobbiamo vigilare su come vengono spesi. La stessa cosa dovrebbe valere però con i parlamentari”.

I parlamentari però a differenza dei pubblici dipendenti non hanno obbligo di presenza giornaliera e sicuramente non hanno un orario di lavoro.
“Non è vero del tutto, perché la diaria giornaliera è correlata alla presenza, ed è considerato presente solo il parlamentare che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell’arco della giornata. Certo, il lavoro del parlamentare non è solo il voto, dietro c’è una preparazione. Però il voto viene considerato il momento più importante dell’attività parlamentare, tant’è vero che la diaria viene quantificata rispetto al numero di votazioni, alle quali si dovrebbe avere accesso con il rilevamento dell’impronta digitale”.

E non è così?
“Non è obbligatorio depositarle, e quindi non è nemmeno obbligatorio utilizzarle per votare. Io mi impegnerò perché per tutti i parlamentari diventi obbligatorio depositare le impronte digitali, in modo tale da garantire la loro effettiva presenza al voto, e quindi da garantire la rappresentanza parlamentare. Scene di pianisti non se ne possono più vedere”.

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