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Ex Ilva, nello stabilimento 3.750 tonnellate di amianto, il 95% friabile

La denuncia della Fiom Cgil: “Si tratta di una grande criticità, sia in riferimento all’esposizione al rischio dei lavoratori sia in riferimento al rischio ambientale, aggravata dall’eventuale presenza di materiale contenente amianto non censito”.
A cura di Davide Falcioni
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Quasi quattromila tonnellate di amianto, per l'esattezza 3.750 e nel 95 per cento dei casi friabile e quindi estremamente pericoloso per la salute umana, si troverebbero all'interno dello stabilimento siderurgico dell'Ilva di Taranto. A lanciare l'ennesimo allarme riguardante il sito produttivo è stata la FIOM Cgil, che ha inoltrato la segnalazione al Ministero dell'Ambiente il quale il 27 marzo scorso ha istituito una commissione di lavoro coordinata da Raffaele Guaraniello per la riforma normativa del settore amianto. La Fiom ha spiegato che quella tarantina "rappresenta una grande criticità, sia in riferimento all'esposizione al rischio dei lavoratori sia in riferimento al rischio ambientale, aggravata dall'eventuale presenza di materiale contenente amianto non censito". La commissione amianto entro i prossimi due mesi dovrà procedere, stando a quanto reso noto proprio dal ministro Sergio Costa, con la mappatura e le bonifiche di oltre 32 milioni di tonnellate di amianto in Italia.

Il sindacato dei metalmeccanici della CGIL aveva già inoltrato, ai ministeri competenti e agli enti di ispezione, una nota in cui venivano messe in evidenza le criticità riguardanti la presenza di tonnellate di amianto nello stabilimento siderurgico tarantino. La Fiom inoltre ha più volte richiesto la necessità di conoscere non solo la mappatura ma anche "il piano di bonifica, incluso il cronoprogramma, i tipi e lo stato di amianto, i procedimenti applicati per la bonifica, il numero e i dati anagrafici degli addetti, le caratteristiche degli eventuali prodotti contenenti amianto e le misure adottate e in via di adozione per la tutela della salute dei lavoratori e dell'ambiente e l'estensione dei benefici previdenziali da esposizione ad amianto per gli stessi dipendenti. Ma al momento – afferma il sindacato – non si conosce un piano di smaltimento amianto da parte ArcelorMittal".

Il decreto ministeriale del 29 settembre del 2017 – spiegano i sindacalisti – prevede che lo smaltimento e bonifiche dell'amianto, presente all'interno di Ex Ilva, avverrà entro il 2023. "La Fiom Cgil – osservano Romano e Brigati – ritengono che i tempi di bonifica sono eccessivamente lunghi. Riteniamo pertanto, fondamentale, vista la quantità rilevante presente all'interno dello stabilimento siderurgico, che la stessa commissione si occupi anche del caso Taranto, trovando soluzioni rapide e condivise con le parti sociali per avviare il processo di bonifiche da amianto".

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