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Ex Fiat Termini Imerese, arrestati i vertici di Blutec: “Sequestro di beni per 16 milioni”

Roberto Ginatta e Cosimo Di Cursi, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Blutec, la società che ha rilevato e che attualmente controlla l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, sono stati arrestati con l’accusa di malversazione ai danni dello Stato: avrebbero distratto 16 dei 21 milioni di euro di contributi statali destinati al rilancio della fabbrica per altri scopi. Fiom: “Il grande bluff è stato svelato”.
A cura di Ida Artiaco
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La Guardia di Finanza ha arrestato all'alba di questa mattina, martedì 12 marzo, Roberto Ginatta e Cosimo Di Cursi, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Blutec, la società che ha rilevato e che attualmente controlla l'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese e per cui lavorano ancora circa 700 operai. Secondo la Procura della cittadina in provincia di Palermo, l'accusa è di "malversazione ai danni dello Stato": i due avrebbero cioè utilizzato i fondi pubblici destinati all'ex Fiat, per un totale di 16 milioni di euro, per altri investimenti per Blutec. L'intera società con sede in provincia di Torino, a Rivoli, è stata sequestrata. Nei confronti dei vertici dell'azienda è scattato anche un provvedimento di interdizione, dunque per 12 mesi non potranno esercitare "imprese e uffici direttivi", così come recita il provvedimento del gip di Termini. Di Cursi è in questo momento all'estero, sta rientrando in Italia. I due sono stati posti agli arresti domiciliari.

Lo stabilimento di Termini Imerese, dismesso da Fiat nel 2011 e acquistato da Blutec nel 2015, al momento non è in funzione. Tuttavia ci sono almeno 570 dipendenti della società in cassa integrazione, mentre altri 130 sono impegnati in progetti di formazione. Nelle ultime settimane c'erano state grosse proteste dei dipendenti di Blutec contro la mancanza di un piano industriale per il rilancio dello stabilimento, a fronte dei finanziamenti ricevuti dallo stato. I manager dell'azienda avrebbero distratto 16 dei 21 milioni di euro di contributi statali che dovevano rappresentare una grande occasione di sviluppo per la fabbrica, dove si sarebbero dovute produrre auto elettriche. Qualche giorno fa, i delegati della società avevano anche annunciato l’interessamento di un gruppo cinese, ma dei finanziamenti ricevuti nessuna notizia. Alla fine dello scorso mese di febbraio, anche il ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, aveva fatto visita allo stabilimento siciliano per annunciare la proroga degli ammortizzatori sociali scaduti a dicembre, e soprattutto per ricordare all'amministrazione che "gli impegni presi vanno rispettati". Ma non è servito.

"Il grande bluff è stato svelato, il quadro si è chiuso", è stato il commento della Fiom, la Federazione Impiegati Operai Metallurgici, siciliana. Al momento, gli operai Blutec, sotto choc, stanno assistendo al sequestro da parte dei finanzieri che si trovano negli uffici amministrativi.  "Gli arresti del management della Bluetec di Termini Imerese confermano alcune perplessità sui piani d'investimento. Non abbandoniamo i lavoratori che sono le vittime di questa storia", ha detto invece il vicepremier Di Maio, sottolineando che "prima di tutto dobbiamo mettere in sicurezza i lavoratori, contatteremo l'amministratore giudiziario per salvaguardarli".

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