Va a comprare la droga e si dimentica la figlia legata al sedile dell’auto: la bimba muore

“Doveva essere condannata all’inferno e non alla prigione”. Questo il primo commento del padre della di Kayley Freeman, di due anni, morta lo scorso agosto, a seguito della condanna ad un massimo di 15 anni di carcere nei confronti della sua ex compagna, Deanna J. Joseph, 40 anni, per il suo ruolo nella morte della figlia: la donna avrebbe lasciato morire la piccola in macchina mentre lei spacciava droga a Alloway Township, nel New Jersey. La donna si è dichiarato colpevole di omicidio colposo, messa in pericolo di minori e per le accuse di droga e possesso di armi. “L'inferno non è abbastanza per lei. Quindici anni non sono abbastanza. La vita di Kayley valeva molto di più” ha detto il padre.
Proprio l’uomo avrebbe fatto la drammatica scoperta: Kayley era accasciata sul sedile della sua auto, una Mercedes, nel vialetto dove la coppia abitava. "Non ho dormito per giorni … ancora ho dei flashback ", ha detto. L'autopsia ha determinato che Kayley è morta per asfissia posizionale, una condizione in cui il respiro è ostruito a causa del modo in cui il corpo è posizionato. La madre è stata poi trovata in possesso di alcune borse con all’interno tracce di eroina, fentanil e cocaina. Un esame del sangue ha rivelato tracce di cocaina anche nel suo sangue. I poliziotti hanno trovato anche una pistola scarica nel bagagliaio della sua auto, insieme alle munizioni. Il tribunale ha poi stabilito che la 40enne si era recato nella vicina Salem due volte per acquistare droga – con Kayley legata al sedile dell'auto per tutto il tempo – il giorno in cui la bambina è morta. L'avvocato difensore della donna, Peter Alfinito, ha provato a definire la morte di Kayley “un tragico incidente”, adducendo il fatto che la suo cliente “era presa dalla dipendenza da droghe” e che “avrebbe volentieri preso il posto di sua figlia per salvarla”.