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Uno dei 51 condannati per stupro fa ricorso, Gisèle Pelicot pronta a tornare in aula: “Vuole essere presente”

Inizierà oggi, lunedì 6 ottobre, il processo d’appello richiesto da uno degli uomini condannati nel dicembre 2024 per lo stupro di Gisèle Pelicot, la donna drogata e violentata da decine di sconosciuti reclutati in rete dall’ex marito. I 51 imputati, tra cui Dominique Pelicot (condannato a 20 anni), sono stati riconosciuti colpevoli. Solo uno di loro, Husamettin Dogan, 44 anni, ha deciso di presentare ricorso.
A cura di Eleonora Panseri
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Gisèle Pelicot
Gisèle Pelicot

Inizierà oggi, lunedì 6 ottobre, il processo d'appello richiesto da uno degli uomini condannati lo scorso dicembre per lo stupro di Gisèle Pelicot. La testimonianza in aula della donna, drogata e violentata da decine di sconosciuti reclutati in rete dall'ex marito, è prevista nei prossimi giorni.

Cinquantuno uomini, tra cui l'ex marito, Dominique Pelicot, condannato a 20 anni, sono stati riconosciuti colpevoli. Le pene inflitte vanno dai 3 ai 13 anni di reclusione. Solo uno di loro, Husamettin Dogan, ha deciso di presentare ricorso.

Il nuovo processo a Nîmes, Pelicot dovrebbe parlare in aula mercoledì 8 ottobre: "Sente il bisogno di essere presente"

Il nuovo processo inizierà a Nîmes e dovrebbe durare quattro giorni. L'ex marito della donna uscirà dal carcere, dove si trova in isolamento, per il controinterrogatorio domani, martedì 7 ottobre, mentre Gisèle Pelicot dovrebbe parlare mercoledì.

Antoine Camus, uno dei legali della donna ha affermato che sarebbe stata felice di rinunciare a "questo calvario" ma "capisce l'attenzione riservata al suo caso, che, al di là della sua persona, ha un significato universale", ha dichiarato all'Afp.

"Sente il bisogno di essere presente e ha la responsabilità di farlo finché il processo non sarà concluso", ha spiegato alla Bbc un altro legale della donna, Stéphane Babonneau.

Il 41enne che ha presentato ricorso: "Ingannato da Dominique Pelicot"

A dicembre Husamettin Dogan è stato condannato a nove anni di carcere ma la detenzione è stata rinviata per motivi di salute. "Non sono uno stupratore", aveva detto l'operaio edile 44enne durante il primo processo.

"È troppo per me da sopportare. È suo marito. Non avrei mai pensato che quell'uomo potesse fare questo a sua moglie", ha detto. Secondo il suo avvocato, Dogan sostiene di essere stato "ingannato" da Dominique Pelicot.

"Fa ricorso perché sostiene di non aver mai avuto intenzione di violentare nessuno", ha dichiarato Jean-Marc Darrigade all'Afp. "Il suo vero avversario non è Gisèle Pelicot, che rispetta profondamente, ma l'uomo che era suo marito".

Perché Gisèle Pelicot è diventata un'icona globale nella lotta alla violenza sulle donne

Gisèle Pelicot è diventata un'icona globale, un simbolo di coraggio nella lotta alla violenza sulle donne. Dopo aver scoperto le violenze sessuali, che avvenivano mentre lei era incosciente, drogata dal marito che permetteva agli altri uomini di abusare di lei, ha deciso di rinunciare a un processo a porte chiuse.

La sua decisione ha rotto un tabù culturale ancora molto forte, soprattutto nei contesti in cui la violenza non viene denunciata per vergogna. "Spesso quando si è vittime di violenza si prova vergogna, – aveva detto Pelicot motivando la sua scelta – ma non siamo noi a doverci vergognare, sono loro (gli uomini che abusano, ndr)".

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