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Guerra in Ucraina

Ucraina, una donna ritrova il corpo del marito, mutilato e torturato a Bucha dai russi

Le sopravvissute che tornano a Bucha cercano i corpi dei propri figli e mariti, trucidati dai russi e abbandonati senza vita per le strade.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Russia continua a negare la carneficina di Bucha, sostenendo che Kiev diffonde notizie false. Ma le immagini della strage di civili, avvenuta nella città a 37 chilometri da Kiev, teatro dell'efferato eccidio commesso dai russi, erano già visibili tre settimane fa. È quanto dimostrano alcune fotografie satellitari nelle quali si scorgerebbero già cadaveri nelle strade. Come ha scritto il "New York Times"questa dimostrerebbe che le uccisioni di civili sono avvenute quando i russi avevano il controllo dell'area.

Il quotidiano americano cita in particolare due fotografie risalenti al 9 e 11 marzo scorsi, dove è possibile individuare "oggetti scuri di dimensioni simili a quelle di un corpo umano" in una delle principali strade dell'insediamento, via Yablonska. Ulteriori analisi delle immagini satellitari suggeriscono che gli oggetti in questione sono rimasti nella stessa posizione per più di tre settimane. Ma secondo il ministero della Difesa russo i cadaveri ripresi nelle strade della cittadina sarebbero stati posizionati dalle stesse forze ucraine tra il 31 marzo e il 3 aprile scorsi, dopo il ritiro dei militari russi. Una ricostruzione smentita dalle prove fotografiche, e dal dolore degli abitanti di Bucha, che hanno perso i propri cari, trucidati dagli invasori.

È quanto ha dovuto patire Tanya Nedashkivska, che ha ritrovato il corpo di suo marito, Vasyl Ivanovich, un ufficiale della marina, che era stato arrestato dai soldati russi. Lo aveva cercato per giorni: la donna ha riconosciuto il suo cadavere nel seminterrato di un edificio dalle scarpe da ginnastica e dai pantaloni. "Sembrava mutilato, il suo corpo era freddo. Lo hanno girato un po'. Era stato colpito alla testa, mutilato, torturato".

"Hanno trasformato intere parti della città in un campo di concentramento. Le persone sono state chiuse negli scantinati per settimane, senza acqua e cibo. Chi usciva a cercarne veniva ucciso", ha raccontato oggi al Corriere della Sera Anatoly Fedoruk, sindaco di Bucha dal 1998. "Si parla di centinaia di persone trucidate, torturate, buttate in fosse comuni. Non pensavo che la mia gente sarebbe stata uccisa per divertimento o per rabbia. I russi hanno sparato a tutto ciò che si muoveva: passanti, persone in bicicletta, alle auto con la scritta ‘bambini'. Bucha è la vendetta dei russi alla resistenza ucraina", ha aggiunto il primo cittadino.

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