Uccise nel sonno a coltellate quattro studenti, il killer Bryan Kohberger condannato all’ergastolo

È stato condannato all'ergastolo Bryan Kohberger, l'ex studente di criminologia accusato di aver ucciso nel sonno a coltellate quattro studenti universitari in una casa vicino all'Università dell'Idaho, negli Stati Uniti, nel 2022.
La sentenza è stata emessa poche ore fa, il giudice ha inoltre deciso di negare la possibilità di accedere alla libertà vigilata. A Kohberger sono stati riconosciuti quattro ergastoli, uno per ogni vittima, più ulteriori 10 anni per il reato di furto con scasso. Dovrà inoltrepagare 270mila dollari tra multe e spese legali.
La sentenza era ampiamente prevista, dopo che l'ex studente alcune settimane fa aveva patteggiato dichiarandosi colpevole in cambio di una condanna che non prevedesse la pena di morte. Non ha tuttavia mai spiegato le ragioni del gesto.
I delitti avvennero la notte del 13 novembre 2022, in un'abitazione poco fuori dal campus di Moscow, in Idaho. Il caso ha avuto una grande risonanza mediatica per la brutalità degli omicidi e l'apparente mancanza di movente. Le autorità hanno affermato infatti di non aver mai trovato un collegamento tra Kohberger e le quattro vittime.
Kohberger, all'epoca studente di criminologia di 28 anni all'università di Washington State, a 15 chilometri dal luogo della strage, entrò di notte in una casa dove dormivano quattro studenti, Kaylee Goncalves, 21 anni, Madison Mogen, 21, Xana Kernodle, 20, ed Ethan Chapin, 20, fidanzato della 20enne e ospite della ragazza quella notte.

Il giovane li colpì a morte nel sonno, usando un coltello da guerra. Nell'abitazione c'erano altre due ragazze, Bethany Funke e Dylan Mortensen, che tuttavia riuscirono a salvarsi.
Una di loro raccontò di aver visto un uomo mascherato uscire dalla casa dopo i delitti. Per settimane non ci furono arresti e non vennero indicati nomi di potenziali sospettati. Poi, il 30 dicembre, la polizia arrestò l'allora 28enne.
Tra le prove raccolte contro di lui, gli investigatori trovarono tracce di Dna sul fodero del coltello lasciato accanto a una delle vittime, il tracciamento del cellulare che mostrava movimenti nei pressi della casa nei giorni precedenti al massacro e le immagini registrate da una telecamera di sorveglianza.
Queste avevano mostrato la presenza di una Hyundai Elantra bianca, compatibile con quella guidata dall'ex studente. "Le prove suggeriscono che ci sia un motivo per cui è stata scelta quella casa. Quale sia, non lo sappiamo", ha dichiarato oggi il caporale Brett Payne della polizia di Moscow in una conferenza stampa dopo la sentenza.
Scott Laramie, patrigno di Madison Mogen, ha dichiarato di sperare che la sua famiglia possa iniziare ad andare avanti dopo la condanna di Kohberger: "La sentenza garantirà che questo male non terrorizzerà mai più una famiglia come ha fatto con la nostra e con altre tre", ha affermato.
"In questo modo, il suo destino è segnato", ha detto ancora Laramie. "La società è ora al sicuro e possiamo andare avanti con le nostre vite e tentare di guarire". Ha aggiunto che la sua famiglia "rimarrà persa" senza Mogen, "ma troveremo la nostra strada".