Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Tv di Stato iraniana colpita da missile israeliano, il video della fuga della giornalista in diretta

Israele ha bombardato la sede della tv di Stato iraniana IRIB a Teheran, causando diversi morti tra giornalisti e personale. Durante il raid, la giornalista Sahar Emami è stata sorpresa in diretta. “La voce della realtà non verrà spenta”, le sue parole prima di lasciare lo studio.
A cura di Biagio Chiariello
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La sede della radio e televisione di Stato iraniana (IRIB) a Teheran è stata colpita lunedì da un raid aereo delle forze israeliane, in un attacco che ha provocato diversi morti tra giornalisti e personale tecnico. L’attacco è avvenuto nel cuore della capitale iraniana, in un quartiere residenziale e istituzionale molto delicato, che ospita anche numerose ambasciate – tra cui quelle di Qatar, Oman e Kuwait – e uffici di importanti media internazionali come l’Agence France-Presse (AFP). La notizia è stata diffusa dai media ufficiali di Teheran e rilanciata da fonti dell’opposizione iraniana all’estero.

Le immagini che stanno facendo rapidamente il giro del web mostrano la giornalista dell’IRIB, Sahar Emami, sorpresa in diretta durante il raid. Mentre parlava davanti alla telecamera, un boato improvviso ha oscurato lo schermo alle sue spalle. Senza mostrare panico, Emami si è allontanata tra polvere e macerie. Secondo l’agenzia Mehr, la giornalista è in buone condizioni ed è già tornata in onda con un messaggio di sfida, affermando: “La voce della realtà non verrà spenta”, mentre la sede della tv di Stato iraniana bruciava.

Durante una trasmissione precedente all’attacco, una reporter aveva descritto lo studio che si riempiva rapidamente di polvere dopo aver udito “il suono dell’aggressione contro la patria”. Poco dopo, un’esplosione ha interrotto la diretta, costringendo a passare a filmati preregistrati.

Il vicedirettore politico dell’IRIB ha dichiarato che, nonostante l’attacco, il personale continuerà a svolgere la propria missione: “I vostri figli all’IRIB continueranno a lavorare”, ha assicurato, sottolineando la determinazione dell’emittente a non arrendersi. Finora, i raid israeliani hanno causato almeno 128 morti e oltre 900 feriti in tutto l’Iran, in un’escalation che sta acuendo le tensioni regionali.

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In preparazione all’attacco, l’esercito israeliano aveva emesso un avviso di evacuazione per il distretto nord di Teheran, dove si trova la sede dell’IRIB. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, aveva commentato: “Il megafono della propaganda e dell’incitamento iraniano sta per scomparire”. Nelle ore precedenti, le forze israeliane avevano affermato di aver raggiunto “la completa superiorità aerea sui cieli di Teheran” e avevano avvisato la popolazione di evacuare immediatamente la zona per consentire i bombardamenti mirati contro le infrastrutture militari iraniane.

La polizia iraniana ha confermato che l’attacco ha provocato “diversi morti” tra giornalisti e personale tecnico dell’emittente, sottolineando la gravità del raid in un quartiere ricco di abitazioni, uffici diplomatici e centri medici. La British Skydiving ha invece annunciato un’indagine sull’incidente avvenuto in un altro contesto, a dimostrazione della tensione crescente in diverse aree.

Questo attacco rappresenta un ulteriore punto di rottura nel conflitto tra Israele e Iran, segnando una nuova escalation dopo settimane di tensioni. Nonostante la distruzione e le vittime, l’IRIB continua a trasmettere, simbolo di una resilienza che si manifesta anche nelle parole della giornalista Sahar Emami, che prima di lasciare lo studio ha voluto ricordare al mondo che “la voce della realtà non verrà spenta”.

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