Tregua a rischio a Gaza: accuse reciproche tra Hamas e Israele, 11 morti nei raid dell’IDF

La fragile tregua raggiunta nella Striscia di Gaza rischia di spezzarsi dopo una serie di attacchi aerei israeliani che, secondo la Difesa civile di Gaza, hanno ucciso almeno 11 persone in diverse aree del territorio. Il portavoce dell’agenzia, Mahmoud Basal, ha riferito che sei delle vittime sono state colpite quando un raid ha preso di mira “un gruppo di civili” nel nord della Striscia. Le autorità israeliane, dal canto loro, sostengono che gli attacchi abbiano colpito “obiettivi terroristici” e accusano Hamas di aver violato il cessate il fuoco.
Le accuse reciproche tra Israele e Hamas
Secondo l’esercito israeliano, miliziani di Hamas avrebbero lanciato un missile anticarro e aperto il fuoco contro soldati dell’IDF impegnati a smantellare infrastrutture militari nella zona di Rafah, nel sud di Gaza, “in conformità con gli accordi del cessate il fuoco”. “In risposta – ha dichiarato l’IDF su X – abbiamo colpito la zona per eliminare la minaccia e distruggere tunnel e postazioni terroristiche”. L’esercito ha inoltre definito queste azioni “una palese violazione dell’accordo”, promettendo una reazione “ferma e proporzionata”.
L'esercito israeliano ha confermato di aver avviato una nuova raid contro obiettivi dell'organizzazione palestinese nella zona sud della Striscia in risposta all'attacco alle truppe avvenuto questa mattina a Rafah. Una fonte militare ha detto al Times of Israel che uno degli obiettivi è un sistema di tunnel precedentemente utilizzato da Hamas per tenere in ostaggio gli israeliani.
Netanyahu: "Violato cessate il fuoco, agire con forza"
Il premier Benjamin Netanyahu, dopo una riunione con il ministro della Difesa e i vertici militari, ha ordinato di “agire con forza” contro gli obiettivi di Hamas nella Striscia. “Dopo la violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas – si legge in una nota del suo ufficio – Israele non resterà passivo davanti a chi minaccia i suoi soldati e la sicurezza nazionale”.
Lo stesso numero uno di Tel Aviv ha fatto sapere che chiuderà i valichi e sospenderà gli aiuti a Gaza fino a nuovo avviso. Lo riporta al Jazeera.
Sulla stessa linea il ministro della Difesa Israel Katz, che ha avvertito: “Hamas imparerà a sue spese che le forze israeliane sono determinate a proteggere i propri uomini. Pagherà un prezzo elevato per ogni violazione, e se il messaggio non verrà compreso, le reazioni saranno ancora più dure”.
Dal fronte opposto, Hamas nega qualsiasi coinvolgimento negli scontri. Le Brigate Ezzedine al-Qassam, braccio armato del movimento, hanno dichiarato di “non essere al corrente di incidenti o scontri in corso nell’area di Rafah”, sottolineando che “si tratta di zone rosse sotto il controllo dell’occupazione” e ribadendo “l’impegno totale al rispetto del cessate il fuoco in tutte le aree della Striscia”.
L’organizzazione ha inoltre accusato Israele di voler “provocare un’escalation deliberata” per minare gli sforzi diplomatici in corso.
Washington cerca di salvare la tregua
L’amministrazione Trump, che supervisiona l’accordo attraverso il centro di comando statunitense in coordinamento con Israele, è ora impegnata a impedire che la crisi degeneri. Secondo quanto riferito da Axios, funzionari israeliani hanno informato in anticipo Washington degli attacchi, ma senza chiedere autorizzazione preventiva.
Fonti citate da Channel 12 spiegano che la Casa Bianca ha esortato Tel Aviv a “rispondere in modo proporzionato ma con moderazione”. “La situazione è ancora molto in bilico – ha affermato un alto funzionario americano – ma non possiamo permettere che questo episodio faccia deragliare l’accordo di pace”.