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Tensione al confine India-Cina, uccisi 20 soldati indiani: che cosa sta succedendo

Sale la tensione tra India e Cina lungo il confine conteso nella regione himalayana del Ladakh. Martedì almeno venti soldati indiani sono stati uccisi in uno scontro con le forze cinesi. Si tratta dello scontro più violento degli ultimi decessi tra le due grandi potenze nucleari, ma da settimane si registrano schermaglie tra gli eserciti.
A cura di Susanna Picone
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Almeno venti soldati morti e la tensione che sale al confine tra India e Cina. È notizia di ieri la morte di venti militari indiani, tra loro ci sarebbe anche un alto ufficiale, in uno scontro con le forze cinesi sul controverso confine himalayano. A denunciare l’accaduto è stato l’esercito indiano, che inizialmente aveva parlato di 3 vittime, e che poi ha rivisto il bilancio aggiungendo altri 17 morti, militari che secondo l’India “erano stati feriti lunedì e che sono poi morti a causa delle impervie condizioni della zona dove si trovavano a combattere, a quote elevate e a temperature ben al di sotto dello zero”. Gli scontri – un episodio così grave non si registrava dal 1975 – sono avvenuti nella regione del Ladakh, tra le catene del Karakorum e dell’Hymalaya. Oltre alle vittime, altri militari indiani risulterebbero al momento scomparsi, e ci sarebbero vittime anche tra i cinesi.

Per la Cina la situazione al confine con l'India è "sotto controllo"

Su quanto accaduto è intervenuta oggi anche la Cina, con una dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian. Ha dichiarato che la situazione al confine con l’India è “sotto controllo” e, malgrado la natura dell'incidente sia "molto chiara, essendo accaduto nella parte cinese della Linea di controllo attuale" (Lac), la Cina "non vuole vedere altri scontri”. "La responsabilità non poggia sulla Cina", ha fatto sapere, ma le parti sono "in strette comunicazioni per risolvere le questioni rilevanti attraverso i canali diplomatici e militari".

Cosa succede (da anni) tra India e Cina

Le tensioni tra India e Cina su questioni di confine vanno avanti da decenni. Da molti anni però non si registravano vittime. Nelle ultime settimane nella zona è cresciuto molto il nervosismo e già diverse volte i soldati di una parte sono stati accusati dall’altra di aver oltrepassato il confine. Le tensioni più recenti sono iniziate all’inizio di maggio al lago Pangong Tso, nel Ladakh, dopo una schermaglia tra i due eserciti. Poi la Cina ha dispiegato migliaia di soldati lungo il confine e la stampa indiana ha parlato di immagini satellitari che mostrano la costruzione di una base aerea cinese a pochi chilometri.

L'escalation al confine himalayano

La contesa dell'area, lunga circa 3500 chilometri, va avanti dal 1962 e da allora i due Paesi non sono riusciti a trovare un accordo. È di quell’anno l’introduzione della “Linea di controllo attuale” (LAC), cioè un confine semi-ufficiale tra i due Paesi nella parte occidentale. Per rafforzare il controllo, India e Cina hanno iniziato a costruire strade e aeroporti lungo il confine e anche nelle zone formalmente sotto il controllo altrui. Negli anni successivi sono stati firmati vari accordi, che però non hanno mai fermato le incursioni e le schermaglie. Nei giorni scorsi Ashok K. Kantha, ex ambasciatore indiano in Cina e ora direttore dell'Istituto di studi cinesi con sede a Delhi, ha affermato che le recenti incursioni e aggressioni al confine sono "lontane dall'essere eventi di routine". "Questa escalation è seria. Non penso che sia solo un incidente circoscritto. Questa volta il comportamento della Cina è più aggressivo”, ha detto citato dal Guardian. Secondo Kantha è nell'interesse dell'India e della Cina mantenere la situazione sotto controllo. La Cina e l'India sono le due nazioni più popolose sulla terra ed entrambe sono potenze nucleari e il timore è che la tensione possa degenerare in una grave crisi internazionale.

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