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Stuprò una donna incinta nel suo letto mentre la minacciava con un coltello: condannato

Un giovane di origine afghana, entrato illegalmente nel Regno Unito, è stato condannato per uno stupro avvenuto nel 2016 in Inghilterra. Quattro mesi prima l’uomo aveva anche tentato di violentare un’altra donna che dormiva col marito accanto.
A cura di S. P.
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Il 5 ottobre del 2016 Aryan Rashidi, un giovane afghano entrato illegalmente nel Regno Unito nascosto in un camion, è entrato nella casa di una donna incinta nel West Yorkshire e, minacciandola con un coltello alla gola, l’ha violentata nel suo letto. Un attacco brutale compiuto dopo un altro tentativo di violenza da parte dello stesso giovane: quattro mesi prima, infatti, Rashidi tentò di abusare di un’altra donna mentre questa dormiva nel suo letto insieme al marito. Secondo la ricostruzione dei tabloid britannici, il giovane afghano si intrufolò nella casa della vittima attraverso il bagno e entrò nella camera da letto della coppia. La donna si accorse della presenza di quell’uomo accanto a lei ma finse di dormire perché temeva fosse armato. In casa c’erano anche due bambini. L’afghano scappò via nel momento in cui si svegliò il marito della donna. La polizia, pur trovando le sue impronte nella casa, non riuscì ad incastrarlo in quella occasione, e l’arresto è arrivato solo dopo lo stupro compiuto a ottobre.

Il giovane si è dichiarato colpevole – Alla polizia il giovane disse di non conoscere la sua data di nascita e di avere circa 15 o 16 anni ma secondo quanto accertato dagli esami ne avrebbe almeno 22. A processo, il giovane si è dichiarato colpevole ed è stato condannato all’ergastolo. In sua difesa in aula è stato detto che il ragazzo ha avuto un passato difficile in Afghanistan, dove ha conosciuto solo un paese devastato dalla guerra e senza leggi. Per il giudice che ha letto la sentenza, però, Rashidi rappresenta un grave pericolo per tutti. Secondo quanto riporta la stampa inglese, entrambe le donne da lui prese di mira, non sentendosi più sicure nelle loro case, si sono trasferite dopo le aggressioni.

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