video suggerito
video suggerito

“Non è adatto a questo mondo”: strangola il figlio autistico di 5 anni, poi tenta suicidio: condannata

Stremata dalle difficoltà di accudire il figlio autistico di 5 anni, Claire Button, 35 anni, lo avrebbe soffocato prima di tentare il suicidio. La tragedia, avvenuta nel dicembre 2024 nel Regno Unito, è stata scoperta dal padre del bambino. Nell’emettere la condanna all’ergastolo, la giudice Samantha Leigh ha definito la vicenda “straziante”, riconoscendo in lei “una madre amorevole, ma sopraffatta da una malattia che ne ha offuscato il giudizio”.
A cura di Biagio Chiariello
137 CONDIVISIONI
Claire Button
Claire Button

Claire Button aveva trentacinque anni, un lavoro part-time come fiorista e un figlio di cinque, affetto da autismo e incapace di parlare. Vivevano insieme a South Ockendon, nell’Essex, in un appartamento che fino a pochi mesi prima era pieno di colori, di giocattoli e di piccoli gesti d’amore quotidiani. Poi, lentamente, il silenzio ha preso il sopravvento.

Oggi quella madre è stata condannata all’ergastolo per l’omicidio del proprio bambino, un delitto che lei stessa ha raccontato come il compimento di un ordine oscuro. "Una voce profonda, spaventosa, maschile, mi diceva di farlo", ha confessato davanti ai giudici. Ha ammesso l’omicidio colposo, sostenendo di essere preda di un delirio incontrollabile, ma la giuria della Corte di Basildon l’ha riconosciuta colpevole di omicidio volontario.

La giudice Samantha Leigh, pronunciando la sentenza, ha parlato con toni di compassione e fermezza: "Chi ha ascoltato questo processo sa quanto la signora Button fosse malata, e come abbia cercato aiuto più volte, consapevole di stare precipitando. È una vicenda straziante". Poi ha aggiunto: "Era una madre amorevole, premurosa, ma la sua malattia ha offuscato il suo giudizio".

La pena: ergastolo, con un minimo di nove anni da scontare prima di poter chiedere la libertà condizionale.

Un amore spezzato dalla malattia

Stando a quanto ricostruito, Claire avrebbe sempre mostrato il volto di una madre devota. Le sue foto sui social la ritraevano sorridente, abbronzata durante una vacanza in Marocco, o intenta a creare bouquet nuziali dai colori vivaci. In mezzo, immagini dolcissime del figlioletto in uniforme scolastica: "Non vedo l’ora di rivedere il mio bimbo xxx", scriveva nella didascalia.

Ma dietro quella facciata luminosa si nascondeva una donna stremata. Da mesi combatteva contro una depressione sempre più profonda, esasperata dalla fatica di gestire un figlio che amava con tutto il cuore ma che spesso non riusciva a comprendere. Il piccolino, raccontano i testimoni come riporta il Daily Mail, era un bambino affettuoso: "Ogni mattina si infilava nel letto della madre per un abbraccio, cercava il suo sguardo, le prendeva la mano per condurla alla finestra e guardare insieme i treni passare".

Il 14 dicembre, le telecamere di sicurezza li hanno ripresi mentre uscivano insieme. Il bimbo giocava con le porte automatiche di un supermercato, incantato dal loro movimento. Il giorno dopo, quella stessa madre lo avrebbe soffocato con un cuscino, poi avrebbe tentato di togliersi la vita.

L’ultimo biglietto

Quando il marito è rincasato, poco prima delle tre del pomeriggio, ha trovato il figlioletto ormai privo di vita e la moglie distesa accanto a lui, in fin di vita. Sul tavolo del salotto, un biglietto: "Non è adatto per questo mondo e un mondo che non è adatto per lui non lo è nemmeno per me".

Ha chiamato i soccorsi, ma per il bambino non c’era più nulla da fare. Claire è stata trasportata d’urgenza in ospedale dopo aver ingerito un’overdose di farmaci. Più tardi ha confessato ai medici di aver udito quella voce che le ordinava di agire: "Mi diceva che dovevo farlo, che non c’era posto per noi in questo mondo. Io rispondevo che lo amavo troppo, ma non se ne andava finché non obbedivo".

Il marito, distrutto, ha raccontato in aula: "Claire stava combattendo i suoi demoni, nessuno poteva immaginare un simile abisso. Non era nella sua natura, non era la donna che conoscevamo. Qualcosa dentro di lei si è spezzato".

Una tragedia forse evitabile

La madre di Claire, Lisa Penfold, viveva poco distante e aveva seguito da vicino il crollo psicologico della figlia. Aveva persino conseguito la qualifica di assistente domiciliare per aiutarla a prendersi cura di Lincoln. Durante l’estate del 2024, Claire era stata ricoverata nel reparto di salute mentale dell’ospedale di Basildon, dove le era stata diagnosticata una depressione severa. La terapia sembrava funzionare, ma con il ritorno delle vacanze scolastiche i sintomi si erano riaffacciati.

Secondo la giudice Leigh, la scintilla che ha esplodere la tragedia si sarebbe accesa al supermercato, quando Lincoln, agitato e frustrato, ha avuto una crisi davanti alle porte automatiche. "Quello è stato il punto di rottura", ha detto. "E il ritardo dell’ambulanza, quando Claire ha chiesto aiuto, è stata la goccia che fece traboccare il vaso".

La giudice ha aggiunto parole che suonano come una condanna collettiva: "Se non fosse stata trovata dal marito, anche lei sarebbe morta. Il fatto che oggi riceva più sostegno in carcere di quanto ne abbia ricevuto prima è un atto d’accusa verso la nostra società. Questo caso era completamente evitabile. Ci sono state troppe occasioni mancate".

Il dolore di una famiglia distrutta

In un comunicato dopo la sentenza, la famiglia Button ha descritto la tragedia come "il capitolo più doloroso delle nostre vite", ringraziando la polizia per la sensibilità e la dignità mostrate durante le indagini. "Porteremo il nostro bambino con noi per sempre", hanno scritto. "E continueremo ad amare e sostenere Claire in questo momento terribile".

L’ispettore capo Alan Blakesley, che ha condotto le indagini, ha concluso con parole semplici ma toccanti: "I miei pensieri, oggi come sempre, sono con la famiglia di Lincoln e con tutti coloro che lo hanno amato".

137 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views